November 27, 2024
Lavoratori migranti in fuga dalle nostre guerre, sfollati dalla nostra guerra al clima, vittime dello sfruttamento post-coloniale: tre categorie a cui è negato tutto. Eppure, accoglierli non è generosità, è un obbligo da parte di chi è colpevole delle loro sventure: anche l’Europa.
Stima lo State of the World 2015 del World Watch Institute che fra il 2008 e il 2013 le persone che abbiano dovuto spostarsi in altre aree o paesi, a causa dei disastri ambientali e climatici, siano state circa 140 milioni. Solo una piccolissima minoranza bussa alle porte dell’Occidente. Dove un migrante ambientale o economico non ha diritto allo status di rifugiato (perché non fugge direttamente da guerre od oppressioni): è bollato come clandestino e respinto al suo paese, o schiavizzato in campagna dai caporali, con infinite complicità. Eppure, dei danni da caos climatico sono responsabili i paesi abbienti, già colpevoli di sfruttamento coloniale e post-coloniale ai danni di Africa, Asia e America latina.
Anche la quasi totalità delle decine di milioni di sfollati e rifugiati di guerra nel mondo rimane all’interno dei rispettivi paesi o nei paesi confinanti; solo 600mila sono stati accolti in Europa.
Eppure, i conflitti che l’Occidente conduce con i propri bombardieri o fomenta – senza subire mai conseguenze in termini penali, economici e politici – continuano a provocare esodi biblici: non solo di cittadini dei paesi bombardati o attaccati, ma anche di milioni di migranti che in quei paesi lavoravano.
Leggi tutto l’articolo di Marinella Correggia al seguente indirizzo:
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