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I debiti della Pubblica Amministrazione

Postato il 16 Luglio 2013 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

Il Governo taglia fondi agli enti locali, blocca i contratti per 5 anni e gli Enti locali a loro volta si indebitano con i fornitori

Solo recentemente, dopo le promesse del Governo berlusconi che aveva sentenziato di pagare i debiti entro 90 giorni salvo poi, l’indomani, rimangiarsi l’impegno, il Governo ha preso in seria considerazione il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione ma stando alle notizie emerse sulla stampa nazionale tra il dire e il fare c’è sempre grande differenza visto che dei venti miliardi di debiti commerciali tra Stato e amministrazioni locali a fine Giugno ne risultavano saldati appena 3

Entro venerdì scorso Enti locali, Regioni, Asl e Ministeri avrebbero dovuto pubblicare sui loro siti internet l’elenco dettagliato delle fatture per le quali è stata comunicata ai creditori la data di pagamento prevista ma a parte qualche caso sporadico gran parte di Regioni , Province e Comune risultano inadempienti. Anche nel rilevamento dei debiti non è stata effettuata alcuna distinzione tra le piccole e le grandi aziende, le imprese di minori dimensioni sono quelle che denunciano maggiori difficoltà nell’accesso al credito e agli ammortizzatori sociali e pensiamo che dovrebbero avere una attenzione maggiore in questa fase di pagamenti

Pubblichiamo allora una breve nota della Cgia di Mestre sull’argomento (http://www.cgiamestre.com/2013/07/la-pa-paghi-le-imprese-di-giuseppe-bortolussi/)

Ricordo, altresì, che secondo una stima presentata dalla Banca d’Italia qualche mese fa, il debito complessivo della Pubblica amministrazione nei confronti dei suoi fornitori ammonterebbe a 91 miliardi di euro. In questa indagine campionaria, fanno sapere gli estensori dell’analisi, non sono comprese le aziende con meno di 20 addetti (che costituiscono il 98% delle imprese presenti in Italia) e i fornitori che operano nella sanità e nel sociale (che, come tutti sanno, sono i due settori dove i ritardi di pagamento raggiungono i picchi più elevati).

Detto ciò, non è da escludere, come più volte ho avuto modo di sottolineare, che il debito complessivo della Pubblica amministrazione si attesti attorno ai centoventi miliardi di euro, trenta in più della cifra che comunemente tutti riportano. Stando alle affermazioni di qualche giorno fa dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, pare che le operazioni di pagamento stiano andando a rilento anche perché l’Amministrazione sta valutando con molta cura l’attendibilità dei creditori.

E’ giusto: tuttavia, se ci troviamo in questa situazione con centinaia di migliaia di imprese in difficoltà è anche perché lo Stato a distanza di anni non ha ancora pagato le imprese fornitrici. A questo punto forse ci dovremmo porre il problema della credibilità di questo Stato e non tanto di quella dei suoi creditori. Oltre alla funzionalità della macchina pubblica non è nemmeno da escludere che non ci siano le risorse per onorare gli impegni presi. Le richieste avanzate dagli Enti locali hanno toccato quota 5,7 miliardi, ma la Cassa Depositi e Prestiti, così come ha previsto il decreto, è in grado di garantirne solo 3,7.

Lo stesso vale per i debiti regionali non sanitari: per coprire le richieste avanzate dalle Regioni mancano all’appello 1,3 miliardi di euro. Insomma, ritardi e inefficienze della Pubblica amministrazione da un lato, la ristrettezza finanziaria dall’altro, non lasciano presagire nulla di buono. Nonostante gli annunci e le promesse corriamo il rischio che molti imprenditori, anche veneti, rimangano a mani vuote, mentre lo spettro della Tares e l’aumento dell’Iva si avvicinano sempre più.

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