November 24, 2024
Alessia è un’avvocata. Nella sede cobas bolognese viene una volta a settimana; oltre a darci la consulenza per le problematiche degli insegnanti, difende i lavoratori del settore privato. Ma in questi giorni – qualora la cercaste – non è in sede, perché, insieme ad altre donne del collettivo Mafalda, è ad Idomeni, località greca al confine con la Macedonia, posta lungo uno dei percorsi di fuga dalla guerra in Siria e quindi divenuta tappa importante per tanti profughi del cosiddetto Medio Oriente.
Nel campo dove si trova Alessia da diversi mesi vivono profughi partiti in gran parte dalla Siria, ma anche iracheni, curdi e addirittura afgani. Sono più o meno 10mila, di cui il 40% bambini e bambine – e circa 600 le donne in stato di gravidanza. Sono bloccati in questo campo – non ufficiale – perché difendono il loro diritto a fuggire dai luoghi di guerra, a cercare una via d’uscita, nelle strade e nelle città dell’Europa, dai bombardamenti e dalle armi: hanno rischiato la vita per darsi questa speranza. Difficile per noi europei capire fino in fondo.
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