November 27, 2024
Energia. La scoperta di un imponente giacimento di gas naturale davanti alle coste egiziane manda in fumo i piani di dominio energetico di Tel Aviv nel Mediterraneo orientale.
Gerusalemme, 1 settembre 2015, Nena News – Ampiamente annunciato, il crollo in Borsa delle compagnie responsabili dello sfruttamento dei giacimenti israeliani di gas Tamar e Leviathan, è puntualmente avvenuto ieri e si è trascinato dietro tutto il settore energetico. Era inevitabile dopo l’annuncio fatto domenica dall’Eni della scoperta, al largo della costa egiziana, del più grande giacimento di gas naturale nel Mediterraneo. Annuncio giunto, peraltro, pochi giorni dopo la conferma del rallentamento ben oltre le previsioni della crescita economica israeliana. Senza dimenticare le tensioni e le proteste andate avanti per mesi per le decisioni prese dal governo Netanyahu in merito allo sfruttamento dei giacimenti di gas, sfavorevoli ai consumatori locali e mirate a fare la fortuna dei giganti dell’energia e delle casse dello Stato.
In un attimo è cambiato lo scenario strategico ed energetico emerso in questi ultimi anni nel Mediterraneo orientale. Israele, sicuro di avere le riserve di gas più consistenti, credeva di poter valere la sua legge e di dettare il livello dei prezzi. Non solo. Tel Aviv, sullo sfruttamento e la protezione del gas, ha anche imbastito una serie di alleanze, in particolare con Cipro, che contemplano pattugliamenti della Marina militare israeliana in aree sensibili, a contatto ravvicinato con unità da guerra turche. Potrebbe cambiare tutto o quasi.
La scoperta fatta dall’Eni – secondo indiscrezioni avvenuta da tempo ma annunciata soltanto domenica per ragioni oscure – significa l’immissione sul mercato, forse già tra due anni, di imponenti forniture di gas egiziano con conseguenze sui prezzi. I danni maggiori rischiano di subirli i gestori del giacimento Leviathan con clienti che ora diventano più incerti e con l’Egitto che, avendo a disposizione tanto gas, non ha più bisogno di comprare quello israeliano. Pericoli in vista anche per l’altro giacimento, Tamar. Secondo un esperto israeliano, Eran Unger, Tamar vedrà le sue esportazioni decrescere e dovrà fare i conti con la politica dei prezzi bassi che, ci sono pochi dubbi, praticherà il Cairo. Unger prevede inoltre che Leviathan avrà “piccoli clienti”, di fatto solo Israele e Giordania.
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