Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il gas egiziano sgonfia le ambizioni di Israele

Postato il 4 Settembre 2015 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

ENIEnergia. La scoperta di un imponente giacimento di gas naturale davanti alle coste egiziane manda in fumo i piani di dominio energetico di Tel Aviv nel Mediterraneo orientale.

Gerusalemme, 1 settembre 2015, Nena News – Ampia­mente annun­ciato, il crollo in Borsa delle com­pa­gnie respon­sa­bili dello sfrut­ta­mento dei gia­ci­menti israe­liani di gas Tamar e Levia­than, è pun­tual­mente avve­nuto ieri e si è tra­sci­nato die­tro tutto il set­tore ener­ge­tico. Era ine­vi­ta­bile dopo l’annuncio fatto dome­nica dall’Eni della sco­perta, al largo della costa egi­ziana, del più grande gia­ci­mento di gas natu­rale nel Medi­ter­ra­neo. Annun­cio giunto, peral­tro, pochi giorni dopo la con­ferma del ral­len­ta­mento ben oltre le pre­vi­sioni della cre­scita eco­no­mica israe­liana. Senza dimen­ti­care le ten­sioni e le pro­te­ste andate avanti per mesi per le deci­sioni prese dal governo Neta­nyahu in merito allo sfrut­ta­mento dei gia­ci­menti di gas, sfa­vo­re­voli ai con­su­ma­tori locali e mirate a fare la for­tuna dei giganti dell’energia e delle casse dello Stato.

In un attimo è cam­biato lo sce­na­rio stra­te­gico ed ener­ge­tico emerso in que­sti ultimi anni nel Medi­ter­ra­neo orien­tale. Israele, sicuro di avere le riserve di gas più con­si­stenti, cre­deva di poter valere la sua legge e di det­tare il livello dei prezzi. Non solo. Tel Aviv, sullo sfrut­ta­mento e la pro­te­zione del gas, ha anche imba­stito una serie di alleanze, in par­ti­co­lare con Cipro, che con­tem­plano pat­tu­glia­menti della Marina mili­tare israe­liana in aree sen­si­bili, a con­tatto rav­vi­ci­nato con unità da guerra tur­che. Potrebbe cam­biare tutto o quasi.

La sco­perta fatta dall’Eni – secondo indi­scre­zioni avve­nuta da tempo ma annun­ciata sol­tanto dome­nica per ragioni oscure – signi­fica l’immissione sul mer­cato, forse già tra due anni, di impo­nenti for­ni­ture di gas egi­ziano con con­se­guenze sui prezzi. I danni mag­giori rischiano di subirli i gestori del gia­ci­mento Levia­than con clienti che ora diven­tano più incerti e con l’Egitto che, avendo a dispo­si­zione tanto gas, non ha più biso­gno di com­prare quello israe­liano. Peri­coli in vista anche per l’altro gia­ci­mento, Tamar. Secondo un esperto israe­liano, Eran Unger, Tamar vedrà le sue espor­ta­zioni decre­scere e dovrà fare i conti con la poli­tica dei prezzi bassi che, ci sono pochi dubbi, pra­ti­cherà il Cairo. Unger pre­vede inol­tre che Levia­than avrà “pic­coli clienti”, di fatto solo Israele e Gior­da­nia.

Leggi tutto l’articolo di Michele Giorgio al seguente indirizzo:

http://ilmanifesto.info/il-gas-egiziano-sgonfia-le-ambizioni-di-israele/

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