Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il maquillage della logistica e il colpo a segno delle lotte

Postato il 4 Aprile 2015 | in Lavoro Privato, Sindacato | da

di ANNA CURCIO

LottaLe lotte nella logistica mettono a segno un nuovo colpo. E questa volta non si tratta di una vertenza andata a buon fine in uno dei tanti magazzini dove blocchi e picchetti stanno, da qualche anno, imponendo nuove regole e garanzie contrattuali. Questa volta il colpo messo a segno riguarda il settore nel suo insieme e ha messo in discussione l’accordo sottoscritto nel mese di luglio dai confederali con Fedit (Federazione Italiana Trasporti), l’associazione di categoria. Un accordo fortemente contrastato dai lavoratori e dai sindacati di base che stanno conducendo la lotte nel settore, cioè S.I. Cobas e Adl Cobas. “Si tratta – precisa Aldo Milani Coordinatore nazionale S.I. Cobas – di un accordo funzionale al processo di ristrutturazione che sta interessando il settore. Riguarda il fatto che i grandi marchi della distribuzione privilegiano, complice il debole sistema di infrastrutture nel paese, il ramo internazionale a discapito di quello domestico”. L’accordo di luglio sarebbe in questo senso il via libera a un rampante processo di snellimento del ramo domestico della logistica di distribuzione, dove ormai è soprattutto SDA, partner di Poste Italiane, a farla da padrone. La partnership SDA/Poste Italiane ha infatti determinato una sorta di concentrazione monopolistica che permette consistenti ribassi sui costi di distribuzione. Dove SDA riesce a lavorare un collo al costo di 1,80 euro (rispetto ai 2,00 euro di qualche anno fa) gli altri corrieri hanno oggi raddoppiato i costi raggiungendo i 4 euro per collo. Non potendo più puntare sulla quantità per il conseguimento dei propri utili, puntano a migliorare il servizio. I costi lievitano, i clienti più grossi si rivolgono altrove e tutta l’infrastruttura delle distribuzione domestica va in esubero: un costo da snellire se non azzerare. Ad esempio, prosegue Milani, “la TNT ha già in mente di smantellare-ristrutturare una cinquantina di piccoli hub da 10/20 dipendenti e si apprestava a farlo anche in quelli più grossi. Dove però siamo presenti e siamo fino ad ora riusciti a bloccare il processo”.

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