Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il rischio micro/macroclimatico secondo l’INAIL

Postato il 23 Luglio 2024 | in Sicurezza sul lavoro | da

l volantino dell’INAIL (che vi avevo girato qualche giorno fa, senza commenti), fatto sulla falsariga dei vari consigli proposti dal Ministero della Salute (non uscire nelle ore più calde, bere tanta acqua, non mettersi il cappotto ecc.), consiglia quello che devono fare i lavoratori, ma non fa cenno a quello che DEVONO fare i datori di lavoro o dirigenti.

Ai sensi del Titolo VIII, Capo I del D.Lgs. 81/08 il datore di lavoro deve redigere uno specifico documento di valutazione del rischio, in relazione al microclima (ambienti interni) e macroclima (ambienti esterni), al cui interno, oltre alla classificazione del rischio siano riportate anche misure di prevenzione e protezione A CARICO dei datori di lavoro stessi (obbligo penale).

Devo dire per onestà, che l’INAIL ha pubblicato e pubblica molte linee guida e indicazioni operative al rischio da caldo, ma dedicate ai pochi addetti ai lavori, senza dare indicazioni precise direttamente ai lavoratori, che non siano quelle del volantino

Riporto a seguire le misure minime di prevenzione e protezione (ricavate da una mia valutazione sul rischio da ambienti severi caldi all’aperto, come ad esempio cantieri edili, agricoltura, attività portuali), che il datore di lavoro deve adottare per obbligo di legge.

Invierò poi il prima possibile, sempre in questa mailing list, un esempio di valutazione del rischio da ambienti severi caldi. Quest’ultimo documento ovviamente non vuole che siano i lavoratori a eseguire la valutazione del rischio, che, come detto, è A CARICO esclusivo del datore, ma serve a RLS o singoli lavoratori di verificare se i criteri in esso descritto siano simili o uguali a quelli adottati dalla propria azienda (sempre che l’azienda abbia redatto un documento di valutazione dei rischi.

Marco Spezia

 

POSSIBILI RISCHI DA AMBIENTI CALDI

Quando nei luoghi di lavoro (al chiuso o all’aperto) sono presenti temperature superiore ai 30 °C, accompagnate da tassi di umidità elevati (> 80%) si possono creare condizioni microclimatiche di discomfort termico (ambienti moderati caldi) o addirittura di stress termico (ambienti estremi caldi).

In tali condizioni i rischi per la salute dei lavoratori sono, in ordine di gravità:

– disturbi dermatologici sotto forma di eruzioni cutanee e vescicole;

– sudorazione eccessiva con perdita di sali e conseguente spossatezza, vertigini, nausea, cefalea;

– sbalzi termici (soprattutto nel caso di utilizzo di mezzi di sollevamento e trasporto condizionati o accesso alle baracche di cantiere se condizionate) con conseguenti disturbi

– muscolari o del sistema respiratorio;

– congestioni da ingestione di bevande molto fredde;

– modificazioni delle attività psicosensoriali e psicomotorie, quali affaticamento e

– abbassamento del livello di attenzione, con rischio di infortuni;

– crampi muscolari da calore;

– instabilità del sistema cardiocircolatorio;

– sincope da calore con possibile ipossia cerebrale e perdita di coscienza;

– colpo di calore con possibile perdita di coscienza e coma.

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Per limitare l’esposizione ai citati fattori di rischio oppure per limitarne o ridurne gli effetti, il datore di lavoro e i dirigenti devono:

– permettere ai lavoratori un adeguamento graduale alla esposizione ad ambienti caldi;

– definire turni di lavoro solo nel periodo mattutino (dalle 6 alle 12) o serale (dalle 18 alle 24);

– programmare le lavorazioni più impegnative fisicamente nelle prime ore della mattina o nelle ultime ore della sera;

– prevedere adeguati periodi di riposo per le lavorazioni più impegnative fisicamente;

– evitare lavorazioni in aree con scarso ricambio di aria;

– predisporre ripari dal sole (teloni, ombrelloni) ove non siano presenti quelli naturali;

– se possibile prevedere l’umidificazione periodica delle pareti e dei pavimenti in prossimità dei luoghi di lavoro;

– mettere a disposizione dei lavoratori adeguati quantitativi di acqua minerale naturale da bere e di acqua corrente per inumidirsi;

– mettere a disposizione dei lavoratori integratori dei sali persi con la sudorazione;

– fornire ai lavoratori indumenti di lavoro in tessuto naturale e non sintetico;

– permettere, l’alternanza tra lavori al sole con lavori in zone d’ ombra;

– predisporre pause di 15 minuti, all’interno del turno di 360 minuti permettendo di effettuare in aree ombreggiate e ampiamente ventilate.

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

Il datore di lavoro e i dirigenti devono erogare ai lavoratori una specifica informazione e formazione sugli effetti sulla salute e sulla sicurezza da ambienti estremi caldi.

In particolare, i lavoratori devono essere informati in maniera dettagliata su:

– possibili problemi di salute causati dal calore e le procedure da seguire per ridurre il rischio di insorgenza (bere acqua, pause all’ombra, ecc.);

– condizioni di suscettibilità individuale;

– segni e sintomi premonitori;

– opportunità di consultare il Medico Competente su eventuali modifiche/sospensioni dei trattamenti farmacologici in corso;

– modalità di lavoro appropriate (turni di lavoro, necessità di idratazione, pause ecc.);

– quali procedure seguire nel caso un lavoratore presentasse sintomi compatibili con le patologie da caldo, incluse le procedure di emergenza.

Il datore di lavoro e i dirigenti devono poi erogare una specifica informazione e formazione agli addetti al Primo Soccorso aziendali su:

– possibili problemi di salute causati dal calore;

– segni e sintomi premonitori;

– nozioni di primo soccorso;

– condizioni di suscettibilità individuale.

– riconoscimento dei segnali e sintomi delle diverse patologie da caldo;

– le cause delle patologie da caldo e procedure da seguire per ridurre il rischio di insorgenza;

– corretto uso ed il corretto modo di conservare l’abbigliamento protettivo contro il caldo;

– effetto di fattori esterni non legati all’attività lavorativa (alcol, droghe, obesità etc.) sulla tolleranza allo stress termico e le condizioni di suscettibilità individuale;

– l’importanza di segnalare immediatamente al preposto, per sé o per un collega, – l’insorgere di sintomi e segnali legati alle patologie da caldo;

– come si può sviluppare adeguatamente e correttamente l’acclimatamento di un lavoratore;

– quali procedure seguire nel caso un lavoratore presentasse sintomi compatibili con le patologie da caldo, incluse le procedure di emergenza;

– come monitorare e incoraggiare l’assunzione di liquidi e le pause.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E INDUMENTI DA UTILIZZARE DURANTE IL LAVORO

Il datore di lavoro o i dirigenti devono mettere a disposizione dei lavoratori:

– se non è obbligatorio indossare il casco antinfortunistico, adeguati copricapi (berretti in cotone con visiera o cappelli a larga falda in paglia);

– occhiali per protezione dai raggi solari;

– creme protettive solari;

– abiti leggeri di tessuto traspirante (cotone);

– scarpe di sicurezza di modello estivo.

SORVEGLIANZA SANITARIA

Per i lavoratori esposti in maniera significativa a condizioni microclimatiche estreme calde, il medico competente, sentito il Servizio di Prevenzione e Protezione deve prevedere, in aggiunta a quella di base, la seguente sorveglianza sanitaria:

– visita medica obiettiva cardiologica con cadenza annuale;

– elettrocardiogramma con cadenza biennale.

Su giudizio del medico competente possono essere richiesti, come esami di secondo livello:

– elettrocardiogramma sotto sforzo;

– ecocardiografia.

 

Tratto dalla Mailing List Sicurezza sul Lavoro

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