November 23, 2024
Da Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (CARC) carc@riseup.net
12 novembre 2019
Prosegue lo squallido teatrino dei sindacati di regime, della politica borghese, dei padroni e i loro giornalisti lacchè sul caso ILVA, promuovendo diversione e intossicazione, alzando un polverone utile soltanto allo scontro tra bande ai vertici della Repubblica Pontificia e nel governo M5S-PD, alle passerelle sindacali, a imporre ai lavoratori ILVA un futuro ancora più misero, precario, insalubre.
La dimostrazione è il fatto che ancora si discute dello “scudo penale” e di “non dare la scusa alla proprietà per andare via” quando Arcelor-Mittal ha detto chiaramente che dello scudo penale non se ne fa nulla se lo Stato Italiano non le garantisce la possibilità di mandare a casa 5.000 operai. Questa è la verità che sottende le scuse e le diversioni che politici e sindacalisti ben pagati usano per non mettere in discussione il ruolo dei padroni e nel caso specifico della multinazionale Arcelor-Mittal, che ha il solo interesse di chiudere ILVA e sottrarla ai concorrenti dell’acciaio, non certo di fare un favore agli italiani e ai tarantini.
Sulla pelle dei lavoratori si gioca il teatrino della politica borghese: operai, non fatevi fregare!
Si parla di tante soluzioni per l’ILVA, fior fior di esperti si spendono ogni giorno per trovare creative e fantasiose prospettive che hanno al centro sempre e comunque o il passaggio dell’azienda da un padrone all’altro, oppure il far ingoiare agli operai misure peggiorative. Ma non c’è alternativa valida se si resta in mano alle multinazionali come Arcelor-Mittal che possa tenere insieme la salvaguardia dello stabilimento e dell’ambiente con i posti di lavoro: l’ILVA va nazionalizzata sotto il controllo degli operai e dei comitati cittadini! Nessuno dica che “non si può fare”!
Il governo Conte ha ampie possibilità d’intervento, dipende se ne ha la volontà. Non a caso non se ne parla sui giornali di regime, ma l’ILVA prima di passare in mano agli affaristi e speculatori quali la famiglia Riva prima e Arcelor-Mittal poi, era una azienda pubblica! Nazionalizzare ILVA significa però intaccare la libertà d’azione dei grandi gruppi imperialisti tutelata dalla UE, dal governo USA e dalla NATO. Questi faranno il possibile e l’impossibile per impedirne la nazionalizzazione, ma con un vasto appoggio di organizzazioni operaie e popolari il governo è in grado di far fronte a ogni aggressione.
Bisogna mettere il governo M5S-PD con le spalle al muro: deve nazionalizzare subito tutti gli impianti ILVA a partire da quello di Taranto perché è l’unica via per continuare a produrre quello di cui la popolazione e il paese hanno bisogno. Se non lo fa, le sue promesse di cambiare il paese si rivelano essere la maschera del suo asservimento ai gruppi imperialisti europei, USA e sionisti: bisogna cambiare il governo!
Operai siderurgici, portate nelle assemblee sindacali, nelle piazze, nelle iniziative di lotta la parola d’ordine della nazionalizzazione di ILVA: questa è possibile così come è stato possibile negli scorsi anni spendere milioni di euro di soldi pubblici per i commissariamenti dello stabilimento, per le commesse, per dare soldi alle banche e alle finanziare piuttosto che mettere mano al tessuto produttivo del paese in rovina. Serve la volontà politica, volontà che gli operai devono imporre. Lo Stato deve prendere in mano lo stabilimento per garantire gli attuali posti di lavoro e iniziare le operazioni di bonifica impiegando i disoccupati locali!
Operai siderurgici, chiamate in causa tutte le forze politiche, in particolare quelle che si dichiarano comuniste e promotrici della sovranità nazionale, i sindacalisti dei sindacati di regime che dichiarano di essere al servizio dei lavoratori e ai sindacati di base, agli organismi operai e ai comitati popolari del paese per sostenere la battaglia per la risoluzione positiva della vertenza ILVA promuovendo la parola d’ordine della nazionalizzazione dello stabilimento sotto il controllo degli organismi operai e dei comitati cittadini!
Non lasciamo la decisione del futuro dell’ILVA in mano a chi ha fatto di tutto per affossarla, a chi non ha fatto nulla finora per difendere i posti di lavoro e l’ambiente!
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