Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

In piazza per resistere ad un sistema che ci fa sprofondare nella oppressione e nella miseria

Postato il 4 Maggio 2013 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

La manifestazione di Sabato 4 Maggio esprime solidarietà attiva verso il centro Sociale Newroz , vittima di un vigliacco attentato incendiario.

Allo stesso tempo si portano in piazza le rivendicazioni sociali e politiche della Pisa che resiste ai piani della speculazione edilizia, al caro prezzi, alle “grandi opere” che di grande hanno solo la devastazione del territorio, alla precarizzazione della vita e del lavoro, all’imbarbarimento del diritto e delle condizioni di lavoro, al conseguente massacro di chi un lavoro ce l’ha e di chi, invece, è disoccupato o ha una occupazione instabile e non percepisce alcun reddito.

Mentre Napolitano, che ha fatto carte false per imporlo, benedice il governo Letta (sostenuto dagli stessi partiti che avevano tenuto bordone al precedente), governo che ha il compito di proseguire le medesime politiche economiche e sociali devastanti, sul versante sindacale Cgil, Cisl, Uil e Confindustria continuano imperterrite a infierire sui diritti e sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.

Nella nostra città la Cgil ha scelto di stare dalla parte del sindaco e delle “grandi opere”, di escludere dalle relazioni sindacali lavoratrici e lavoratori rappresentati dai sindacati di base e dalle componenti più combattive delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU).

La stessa Cgil che, dopo avere fatto di tutto per spadroneggiare nella lotta in Sodexo, oggi asseconda le dirigenze della Misericordia e delle cooperative (veri e propri regni del sopruso antioperaio), sostiene le politiche cittadine che hanno precarizzato l’esistenza di tanti uomini e donne, blinda i palazzi del potere per proteggerli dal dissenso e dalla opposizione.

La Cgil nazionale, dopo avere finto di essere contraria, oggi fa sua la intesa sulla “produttività”, raggiunta tra Cisl, Uil e Confindustria in novembre. Una intesa che permetterà ai padroni, attraverso accordi aziendali e territoriali, di mettersi sotto i piedi i contratti nazionali per modificare in peggio la normativa sui mansionari, sugli orari e sui turni, sui carichi di lavoro; perfino di installare telecamere nei posti di lavoro per controllare lavoratrici e lavoratori.

E, per indorare la pillola, non si vergogna, la Cgil, insieme alle altre centrali sindacali di regime, di indicare in quella intesa il terreno per praticare la detassazione al 10% ( prevista dalla legge per la quota di salario dovuta alla “produttività”), spacciandola come il toccasana della miseria salariale in cui ci si dibatte da qualche decennio e oggi più che mai.

In più il comitato direttivo Cgil (escluso Cremaschi, ma compreso Landini, il leader della Fiom, che ormai si è ridotto a fare il focoso in TV) ha dato mandato alla segretaria Camuso di andarsi ad abbracciare con Cisl, Uil e Confindustria per firmare un accordo interconfederale in gestazione da tempo e vicino a nascere, quello “sulla rappresentanza e democrazia”, che farà le sue prime vittime proprio con gli accordi aziendali e territoriali sulla “produttività”.

Un accordo interconfederale, che è un capolavoro diabolico di rappresentanza e democrazia, perché prevede che, per partecipare alle elezioni in RSU, si dovrà dichiarare di non scioperare su materie disciplinate da accordi approvati anche con il solo 51% dei rappresentanti sindacali in azienda, senza che sia nemmeno obbligatorio il ricorso al referendum.

Se questo accordo interconfederale non verrà stoppato nei luoghi di lavoro, ogni barlume di democrazia ancora esistente sarà cancellato.

Dobbiamo impedirlo, perché le aziende non diventino il regno della schiavitù, ma vi si apra una stagione di lotte contro lo sfruttamento del lavoro e per i diritti e di coinvolgimento nella opposizione civile e sociale: a partire dalla piazza di sabato 4 Maggio.

CONFEDERAZIONE COBAS PISA

In piazza per resistere a un sistema che ci fa sprofondare nell’oppressione e nella miseria

La manifestazione di Sabato 4 Maggio esprime solidarietà attiva verso il centro Sociale Newroz , vittima di un vigliacco attentato incendiario.

Allo stesso tempo si portano in piazza le rivendicazioni sociali e politiche della Pisa che resiste ai piani della speculazione edilizia, al caro prezzi, alle “grandi opere” che di grande hanno solo la devastazione del territorio, alla precarizzazione della vita e del lavoro, all’imbarbarimento del diritto e delle condizioni di lavoro, al conseguente massacro di chi un lavoro ce l’ha e di chi, invece, è disoccupato o ha una occupazione instabile e non percepisce alcun reddito.

Mentre Napolitano, che ha fatto carte false per imporlo, benedice il governo Letta (sostenuto dagli stessi partiti che avevano tenuto bordone al precedente), governo che ha il compito di proseguire le medesime politiche economiche e sociali devastanti, sul versante sindacale Cgil, Cisl, Uil e Confindustria continuano imperterrite a infierire sui diritti e sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.

Nella nostra città la Cgil ha scelto di stare dalla parte del sindaco e delle “grandi opere”, di escludere dalle relazioni sindacali lavoratrici e lavoratori rappresentati dai sindacati di base e dalle componenti più combattive delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU).

La stessa Cgil che, dopo avere fatto di tutto per spadroneggiare nella lotta in Sodexo, oggi asseconda le dirigenze della Misericordia e delle cooperative (veri e propri regni del sopruso antioperaio), sostiene le politiche cittadine che hanno precarizzato l’esistenza di tanti uomini e donne, blinda i palazzi del potere per proteggerli dal dissenso e dalla opposizione.

La Cgil nazionale, dopo avere finto di essere contraria, oggi fa sua la intesa sulla “produttività”, raggiunta tra Cisl, Uil e Confindustria in novembre. Una intesa che permetterà ai padroni, attraverso accordi aziendali e territoriali, di mettersi sotto i piedi i contratti nazionali per modificare in peggio la normativa sui mansionari, sugli orari e sui turni, sui carichi di lavoro; perfino di installare telecamere nei posti di lavoro per controllare lavoratrici e lavoratori.

E, per indorare la pillola, non si vergogna, la Cgil, insieme alle altre centrali sindacali di regime, di indicare in quella intesa il terreno per praticare la detassazione al 10% ( prevista dalla legge per la quota di salario dovuta alla “produttività”), spacciandola come il toccasana della miseria salariale in cui ci si dibatte da qualche decennio e oggi più che mai.

In più il comitato direttivo Cgil (escluso Cremaschi, ma compreso Landini, il leader della Fiom, che ormai si è ridotto a fare il focoso in TV) ha dato mandato alla segretaria Camuso di andarsi ad abbracciare con Cisl, Uil e Confindustria per firmare un accordo interconfederale in gestazione da tempo e vicino a nascere, quello “sulla rappresentanza e democrazia”, che farà le sue prime vittime proprio con gli accordi aziendali e territoriali sulla “produttività”.

Un accordo interconfederale, che è un capolavoro diabolico di rappresentanza e democrazia, perché prevede che, per partecipare alle elezioni in RSU, si dovrà dichiarare di non scioperare su materie disciplinate da accordi approvati anche con il solo 51% dei rappresentanti sindacali in azienda, senza che sia nemmeno obbligatorio il ricorso al referendum.

Se questo accordo interconfederale non verrà stoppato nei luoghi di lavoro, ogni barlume di democrazia ancora esistente sarà cancellato.

Dobbiamo impedirlo, perché le aziende non diventino il regno della schiavitù, ma vi si apra una stagione di lotte contro lo sfruttamento del lavoro e per i diritti e di coinvolgimento nella opposizione civile e sociale: a partire dalla piazza di sabato 4 Maggio.

CONFEDERAZIONE COBAS PISA

(r.i.p., 4/5/’’13. sede provinciale v. s. lorenzo 38. confcobaspisa@alice.it; www.cobaspisa.it)

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