Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Intervista al Cobas Pubblico Impiego all’ombra della fusione dei comuni

Postato il 31 Dicembre 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Lavoratori comunali comandati alle Unione dei Comuni…cosa succederà dal 1 Gennaio 2014?

All’ombra delle fusioni dei comuni. Intervista ai Cobas Pubblico Impiego

Cosa succederà allo scoccare dell’ anno nuovo?

Se lo chiedono tanti lavoratori e lavoratrici dipendenti dai comuni più piccoli destinati a Unioni tra più comuni, spesso frutto anche di processi di fusione con tanto di referendum che ha visto i sindacati confederali silenti, attivi fautori delle fusioni tramite ampie alleanze bipartisan (dal Pd al Pdl) A questa santa alleanza si sono sottratti solo comunisti e CObas che in Toscana hanno avviato prima una campagna contro la fusione dei comuni, poi stanno aprendo vertenze locali a sostegno dei lavoratori. Vorremmo soffermarci su 2 aspetti salienti:

  • le fusioni vengono presentate come riduzione dei costi della politica e per questo motivo tra i fautori troviamo anche il 5 stelle. Le fusioni in realtà cancellano servizi destinandoli alle privatizzazioni come accaduto nel comune di Lari. Una proposta per ridurre i costi della politica noi l’abbiamo: abroghiamo l’art 90 del testo unico enti locali che permette di assumere personale con rapporto fiduciario per l’intero mandato. Fatto due conti ci sono migliaia di lavoratori \trici alle dipendenze della politica, assunti per i programmi dei sindaci non per accrescere servizi.. SE solo la metà di loro non fosse assunta destinando l’altro 50% ai servizi comunali avremmo due risultati apprezzabili: maggoori servizi e meno spesa per la politica. magari si potrebbero stabilizzare parte dei precari ai quali gli Enti locali non rinnovano i contratti
  • le fusioni sono favorite da 5 anni di non applicazione dei patti di stabilità. Qui il ragionamento deve essere diverso: i patti di stabilità strangolano i Comuni e andrebbero rivisti anche da un’ottica moderata escludendo dai tetti le spese per l’istruzione, la gestione del territorio, la sanità. Perchè nessuno prende l’iniziativa? Le fusioni determinano non solo la cancellazione di servizi tramite accorpamenti (e di posti di lavoro in prospettiva perchè le piante organiche saranno al ribasso) ma stravolgono quel rapporto democratico tra cittadini e amministratori decidendo di gestire gli enti locali come una sorta di spa

Potete fare esempi concreti?

Intanto guardiamoci gli atti e senza prestare grande aspettative nella Giustizia inviamo ove ci siano gli stremi esposti come abbiamo fatto a Lari.

Vediamo i lavoratori di Lari che da società in house stanno per passare a una società prvata con contratto che da autonomie locali passa al multiservizi. Questo accade dopo che in campagna elettorale il Pd ha parlato della fusione dei comuni come modello di sviluppo dei servizi, salvo poi, nel giro di due o 3 settimane, privatizzare parte del comune con tanto di cessione di ramo di azienda. I sindacati confederali hanno preso in giro i lavoratori perchè In Prefettura sospendendo o stato di agitazione hanno rinunciato anche allo sciopero (visto che a ridosso del Natale scatta il periodo in cui gli scioperi sono vietati dall’infame legge) disattendendo gli impegni assunti con i lavoratori.

Parliamo poi dei comandati da tempo all’ Unione della Valdera operanti nei servizi di refezione, trasporto scolastico, e polizia locale.

Gli accordi stipulati anni fa per il loro passaggio in comando all’ Unione riconoscevano il diritto a poter scegliere se rimanere nel proprio comune o essere trasferiti in via definitiva all’ Unione Valdera.

Oggi, pare che non sia più così. Ma allora chi ha abrogato questi accordi contrattati fra la parte pubblica e quella sindacale?

Non sarà stato lo stesso sindacato confederale che li ha firmati dimostrando di non capire più che a dover essere tutelati sono i lavoratori e le lavoratrici e non i Comuni con il loro sistema di potere?

Visto cosa hanno fatto CGIL, CISL, Uil sul contratto decentrato dell’ Unione Valdera, ormai è evidente che “non sanno quello che fanno” e tutto può essere accaduto, soprattutto perchè il personale interessato al trasferimento è disinformato e abbandonato al suo destino!

Tutti gli accordi che tutelavano i comandati sembrano rimessi in discussione. Pare, perché fra Comuni e Unione Valdera assistiamo ad un continuo rimpallarsi di responsabilità e chiacchiere tipiche del “renzismo” dilagante.

Nessuno ha il coraggio di uscire allo scoperto e di dire cosa intendono fare con chiarezza assumendosi responsabilità ed esponendosi alle azioni conseguenti.

Le Amministrazioni Pubbliche si esprimono con gli atti, e non a discorsi, e allora è possibile che non ci sia alcun atto a pochi giorni alla fine dell’ anno?

Anzi alcuni comuni, per adeguarsi alle modifiche del nuovo Statuto dell’ Unione Valdera in ordine alle funzioni attribuite, hanno nel frattempo riconfermato i comandi senza assumere decisioni sul trasferimento definitivo all’Unione.

Della serie, nell’ incertezza meglio attendere! Oppure si deciderà con qualche atto allo scoccare della mezzanotte per mettere tutti di fronte al fatto compiuto?

L’ Unione Valdera non è ovviamente la stessa cosa di una societò privata, la distinzione è necessaria ma in queste Unioni si pensa ormai prevalentemente alle funzioni di vertice a discapito del personale dei più bassi livelli esecutivi e amministrativi che all’occorrenza potrà essere esternalizzato e ceduto come ramo di azienda soprattutto con l’avento di Renzi alla guida del Pd . Del resto è già iniziata la migrazione verso le sponde Renziane e il loro elemento caratterizzante è proprio l’attacco ai lavoratori previo smantellamento della pubblica amministrazione

il sindacalismo confederale è sempre più lontano dai bisogni di lavoratrici e lavoratori e sempre più vicino agli interessi della politica che indirettamente li sovvenziona, basti vedere il silenzio in queste ore decisive, un ruolo non conflittuale e perfino privo di elementi critici.

Noi invece di fronte ai tentativi di “autoritarismo padronale” dei datori di lavoro pubblici e dei Sindaci ,rispondiamo in un modo solo: rivendicando i diritti e sostenendo le vertenze, a partire dai luoghi di lavoro a partire dai territori.

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