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Israele accelera le demolizioni di case dei Beduini

Postato il 2 Ottobre 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

L’area selezionata, [appartenente] a Gerusalemme Est, è stata prescelta per l’espansione della colonia di Ma’aleh Adumim.
di Amira Hass
tratto da Haaretz 24/09/2014

L’Amministrazione Civile della Cisgiordania (l’istituzione israeliana che sovrintende all’occupazione n.d.t.) da aprile ha impresso un’accelerazione alle demolizioni dei fabbricati dei Beduini nella zona E-1 di Gerusalemme Est. L’area è stata prescelta per espandere la colonia di Ma’aleh Adumim.

Il numero di tali demolizioni nei primi otto mesi del 2014 è stato più alto in confronto a qualunque altro periodo degli ultimi cinque anni, come pure di conseguenza il numero di persone che hanno perso la loro casa, secondo quanto riportato dall’indagine dell’Associazione dell’ Agenzia per lo Sviluppo sulla base dei dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento delle Questioni Umanitarie. Sebbene le demolizioni siano state eseguite solamente in quattro degli otto mesi complessivi ( marzo, aprile, maggio e agosto), in quei mesi sono stati rasi al suolo nell’area E-1 più fabbricati (35) in confronto a tutto il 2013 (21). Conseguentemente il numero delle persone senza casa è salito da 57 [nel 2013] a 156 [negli 8 mesi del 2014].

L’aumento spropositato del numero di persone che sono state private della propria casa a causa delle demolizioni nei primi 8 mesi del 2014 confrontato con il numero di edifici rasi al suolo segnala che la maggior parte delle strutture distrutte quest’anno erano residenziali e non per il bestiame o per altri usi.

In tutta la zona C- la parte della Cisgiordania sotto il pieno controllo di Israele, in base agli accordi di Oslo – l’Amministrazione Civile ha fatto demolire 346 fabbricati in questi otto mesi [del 2014], lasciando 668 Palestinesi senza casa. In tutto il 2013, 565 demolizioni hanno prodotto 805 Palestinesi senza casa.

Le uniche demolizioni avvenute finora questo mese sono successe l’8 settembre, quando l’Amministrazione Civile ha decretato l’abbattimento di tre case e di un recinto per le pecore a Khan al – Ahmar, un accampamento beduino vicino a Ma’aleh Adumim. Vi abitava una famiglia composta da 14 [persone], compresi otto bambini.

Per la quarta volta in tre anni le case della famiglia sono state demolite, dato che si trovavano all’interno di un’area [utilizzata] dall’esercito israeliano per le esercitazioni di tiro. La famiglia, come la maggior parte dei Beduini [che si trovano] nella stessa situazione, è disposta a rischiare ripetute demolizioni piuttosto che lasciare l’area dove vive, in quanto vivono dell’allevamento delle pecore e delle capre e di lavori saltuari nelle comunità vicine.

L’agenzia palestinese di informazione Ma’an ha anche riferito che giovedì scorso [il 18 di settembre n.d.t.] gli ispettori dell’Amministrazione Civile, accompagnati da decine di soldati, da un bulldozer e un elicottero, hanno fotografato tutti i fabbricati di diverse comunità beduine vicino a Azariyeh e Abu Dis e hanno distrutto qualche recinzione.

I rappresentanti dei Beduini pensano che le demolizioni siano recentemente aumentate perché il piano dell’Amministrazione Civile per sistemarli in un nuovo e definitivo villaggio a nord di Gerico sta andando avanti e che l’Agenzia spera di esercitare una pressione per indurli ad accettare il trasferimento. Il progetto prevede di spostare migliaia di Beduini da 23 comunità di Gerusalemme Est e ricollocarli nel nuovo paese, Talet Nueima, insieme agli appartenenti ad altre tribù beduine. Il loro trasferimento permetterebbe l’espansione di diversi insediamenti ebraici.

L’Amministrazione Civile rifiuta di concedere ai Beduini permessi di costruire nelle comunità [dove] attualmente vivono o di collegare queste comunità alle infrastrutture[necessarie], anche se hanno vissuto in questa zona fin dagli anni cinquanta. Nel frattempo la loro mobilità si è ridotta sensibilmente a causa della costruzione di colonie e di strade e del fatto che alcune zone sono state dichiarate poligoni militari o riserve naturali.

Nel corso degli ultimi 20 anni, i Beduini hanno ripetutamente presentato ricorso all’Alta Corte di Giustizia contro le demolizioni. Dato che la Corte non ha mai emesso sentenze relative all’illegalità in linea di principio delle demolizioni [ come sostenuto] nei loro reclami, le ha più volte proibite per il fatto che i Beduini non avevano altro posto dove vivere. La costruzione di Talet Nueima, anche se i Beduini hanno già dichiarato di esserne contrari, permetterà alle autorità di affermare che hanno un qualche altro posto dove vivere.

L’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i rifugiati palestinesi, domenica scorsa ha chiesto urgentemente ai paesi donatori [che finanziano] l’Autorità Palestinese di opporsi più fermamente al piano[di trasferimento]. La maggior parte dei Beduini sono stati espulsi dal Neghev nel 1948 e di conseguenza sono registrati come rifugiati. Il commissario generale dell’UNRWA Pierre Krahenbuhl ha detto che il piano potrebbe considerarsi un caso di trasferimento forzoso, quindi in violazione del diritto internazionale e permetterebbe anche ulteriori costruzioni di colonie, minando perciò la possibilità della soluzione a due Stati.

(Traduzione di Carlo Tagliacozzo)

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