November 28, 2024
Entro agosto il ministro del Lavoro Poletti conta di varare tutti i decreti attuativi della delega. Compreso quello che modifica l’articolo 4 dello Statuto aprendo all’uso delle nuove tecnologie per monitorare impianti e strumenti di lavoro. Ma nel frattempo il Consiglio d’Europa ha fissato precisi paletti: “Vietato sorvegliare attività e comportamenti dei dipendenti”
Microchip negli scarponi da lavoro o negli elmetti, gps integrato nelle cinture, braccialetti vibranti ai polsi “come ai carcerati” o videocamere: le nuove tecnologie stanno rendendo il lavoratore sempre più simile a un cyborg controllabile in stile Grande Fratello. Le giustificazioni delle aziende che applicano questi congegni (“aumentiamo la sicurezza e miglioriamo l’organizzazione del lavoro”, è il ritornello) non convincono però in pieno. Molti lamentano che si tratta solo di un modo per controllare in modo più stringente i ritmi di produzione e “spremere” il dipendente. E la Fiom punta i piedi: il segretario Maurizio Landini ha chiarito che il sindacato dei metalmeccanici anche su questo fronte punta a “mantenere le norme contrattuali e legislative preesistenti”.
Nessuna rivoluzione: l’Europa ci osserva – La disciplina del controllo a distanza contenuta nell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori potrebbe essere stravolta dai prossimi decreti attuativi del Jobs Act: all’articolo 7 si prevede infatti “la revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”. Il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che nei giorni scorsi ha anticipato che “prima di agosto tutti i decreti saranno definitivamente approvati”, dovrà peraltro tener conto anche delle novità arrivate da Strasburgo.
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