Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La Cgil e l’Expo

Postato il 7 Ottobre 2015 | in Italia, Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

expoLa decisione della Cgil di riunire il proprio direttivo all’interno di Expo è un fatto grave e benedice quell’accordo territoriale che due anni e passa fa la stessa Cgil, con Cisl e Uil, sottoscrissero in Lombardia, un protocollo che disciplinava le modalità di assunzione all’interno della fiera all’insegna della massima precarietà.

Quel protocollo, criticato anche dalla Fiom che oggi ha scelto invece di tacere, si basa su assunzioni solo a tempo determinato, con l’apprendistato professionalizzante o con il contratto di somministrazione, sull’utilizzo senza regole di stagisti al posto di lavoratori a pieno titolo. Nei mesi successivi a quell’infame protocollo sono stati sottoscritti altri accordi di settore che hanno fortemente limitato il diritto di sciopero sancendo la pace sociale in Lombardia proprio per non ostacolare la riuscita degli eventi

Expo ha rappresentato il banco di prova della ulteriore precarizzazione del lavoro e dell’annullamento dei residui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, un accordo sindacale in linea con i decreti attuativi del jobs act

Bene ha fatto una minoranza della Cgil a contestare il direttivo dentro Expo subendo il fermo di alcuni manifestanti ai quali è stato perfino impedito di esporre uno striscione e distribuire volantini.

Expo, costruito con soldi pubblici, è l’emblema della precarietà del lavoro, quella Precarietà condivisa e accettata da Camusso e company

Federico Giusti

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