November 24, 2024
Tra le righe della querelle previdenziale si capisce che cosa bolla in pentola…
Stakeholder ( portatore di interesse) è solitamente o un soggetto (o un gruppo di soggetti) che esercita la propria influenza verso una iniziativa di natura economica .
Stakeholder sono o possono essere non solo un gruppo di clienti o fornitori ma istituti di credito, azionisti, banche, lobby, talvolta anche semplici gruppi di cittadini dietro ai quali si cela un interesse specifico.
Di sicuro, molti di noi pur senza conoscere il termine inglese, ben sanno il significato del termine che viene comunque utilizzato per vari fini, non a caso un economista illustre se la prese con la stakeholder view per affermare che i soldi degli azionisti vanno solo utilizzati per accrescere i profitti dei proprietari
Al di là della querelle lessicale, cosa succede e perché scomodare termini inglesi? Di solito i ricorso alle parole straniere avviene per occultare una realtà , anche questa volta dubitiamo di sbagliare.
Le strade sono due: o il Governo scioglie il nodo delle pensioni anticipate trovando un accordo con i soliti sindacati, magari dando piu’ potere di intervento ai fondi previdenziali integrativi, oppure sceglie un’altra strada: invece di concertare sindacalmente una soluzione fa prevalere alcuni interessi forti, per esempio quelli dell’Inps.
L’idea è quella di una soluzione aperta, di un accordo aperto al confronto con i vari gruppi di potere (sindacale, previdenziale, confindustriale, anci) di cui tutti potrebbero vantare la paternità indebolendo allo stesso tempo il potere delle forze sindacali
Chi andrà in pensione con uno o due anni di anticipo lo farà a proprie spese e sarà costretto anche a ricorrere a un prestito pensionistico, ora si tratta di valutarne i costi e le ricadute sull’Inps, di conseguenza è proprio l’istituto previdenziale ad acquisire un ruolo strategico nella riforma previdenziale.
Altro nodo da sciogliere è quello del part time agevolato ma rigido in studio per l’uscita anticipata della forza lavoro
Ma attenzione in questa direzione il Governo si sta già muovendo, ossia verso norme che favoriscano il cosiddetto ricambio generazionale, la progressiva espulsione della forza lavoro ormai prossima alla pensione che con ridotte capacità lavorative dopo essere stata ben sfruttata si troverà anche penalizzata economicamente
Sul quotidiano economico Ipsoa leggiamo infatti
Con tre articoli contenuti nel Decreto Interministeriale del 13 aprile 2016 il Governo ha dato il via alla procedura amministrativa che permetterà, su base volontaria, l’accompagnamento alla pensione di vecchiaia, con riduzione della prestazione lavorativa, di un certo numero di lavoratori in possesso di specifici requisiti.
Nella sostanza, si è data attuazione a quanto previsto nell’art. 1, comma 284, della legge n. 208/2015 che, pur senza nominarla, vuole, in un certo senso, favorire la c.d. “staffetta generazionale” ed agevolare una uscita graduale dal mondo del lavoro dei dipendenti più anziani.
Ma, andiamo ad affrontare l’argomento oggetto di questa riflessione sia alla luce di ciò che ha detto il Legislatore, che di quanto contenuto nel D.M. , avendo l’accortezza di sottolineare come, per alcune questioni che si affronteranno sarà opportuno attendere gli orientamenti amministrativi del Ministero del Lavoro e dell’INPS
La nuova riforma previdenziale, la staffetta generazionale (che andrebbe chiamata rottamazione) necessitano di percorsi diversi da quelli tradizionali, il capitale italiano non ha piu’ bisogno di un asse privilegiato con il sindacato concertativo e subalterno, ben vengano allora percorsi nuovi che coinvolgano piu’ soggetti, piu’ lobby, piu’ interessi.
E sullo sfondo si consuma l’ennesima beffa ai danni dei lavoatori
Cobas Pisa
Lascia un commento