November 25, 2024
È mattina presto quando salgo sul treno per Tigre, efficiente, nuovissimo, temperature antartiche, visto che ci troviamo nell’emisfero australe. Nord di Buenos Aires, dove inizia il delta del Paranà. Canali che si diramano in rami più stretti, dove l’acqua si fa più bassa. Case di città, case di vacanza per il fine settimana ma, appena svoltato l’angolo, il canneto e gli alberi sulla riva, si affacciano i moli di legno di case che di vacanze non ne hanno mai viste, forse tempi migliori, piuttosto un presente in bilico. La barca di legno va lentamente, fermandosi a raccogliere roba da mangiare in sacchi sbattuti sul tetto e persone che si affacciano sul molo, a destra o a sinistra. Quanto ci si mette dipende da quante volte il conductor, occhi e sorriso nello specchio retrovisore, deve fare manovra per accostare. Tempo lento, altre unità di misura. Salgono cinque bambini. Sale un gruppo di ragazze e ragazzi con i dread e gli strumenti musicali. Tutti corrono al molo uscendo dalle case a volo, aspettano di sentire l’inconfondibile rumore della lancha per avvicinarsi. Inutile guardare l’orologio, inutile aspettare alla fermata, sono troppe le variabili in questo spazio liquido per pensare a tempo.
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