Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La fine del contratto nazionale tra perdita salariale e potere assoluto padronale

Postato il 14 Aprile 2016 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

Contratti-collettiviE’ di questi giorni la uscita del documento di Economia e Finanza 2016 del Governo che «si concentrerà su una riforma della contrattazione aziendale con l’obiettivo di rendere esigibili ed efficaci i contratti aziendali e di garantire la pace sindacale in costanza di contratto. I contratti aziendali potranno altresì prevalere su quelli nazionali in materie legate all’organizzazione del lavoro e della produzione» (vedere«Il Sole 24 Ore» del 12 aprile).

Al Governo non basta il jobs act e la riforma contro il lavoro pubblico, vuole sempre di piu’

Il decreto legislativo 81/2015, sul riordino delle tipologie contrattuali e sulla revisione della disciplina delle mansioni, rinvis alla contrattazione collettiva, ma attenzione che non per tale si intendono anche accordi territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative

Basterà dunque un accordo tra Cgil Cisl Uil e datori di lavoro per ridefinire in peggio e con contrattazione farsa a livello aziendale\territoriale quanto fino ad oggi era demandato alla contrattazione nazionale

Ora Confindustria torna alla carica e chiede di piu’ ossia che il Governo mantenga le promesse fatte ai padroni e sancisca la supremazia della contrattazione decentrata

Del resto esistono già leggi ( vedi la contrattazione di prossimità prevista dall’articolo 8 della legge 148/ 2011) che permettono di derogare anche in peius alla legge e al contratto collettivo nazionale. Questa deroga peggiorativa avrà efficacia generale verso tutti i lavoratori, basta che il tutto avvenga con la firma dei soliti sindacati rappresentativi che non si faranno remore a concedere al Governo e a Confindustria di tutto e di piu’

In questo scenario il prossimo passaggio legislativo riguarderà la riforma sulla contrattazione di secondo livello per altro da tempo annunciata dal governo. L’obiettivo? Piegare salari, orari e condizioni di vita alla flessibilità aziendale

E a giustificazione di cio’ non mancheranno le solite litanie, per esempio la pressante richiesta derivante dalla globalizzazione dei mercati. Tradotto in termini comprensivi, non ci sarà piu’ bisogno di delocalizzare alcune produzioni perchè con qualche accordo aziendale sarà possibile avere in casa e a costo zero lo sfruttamento intensivo della forza lavoro e l’azzeramento di tutele collettive e diritti individuali oltre a una considerevole perdita economica.

Ecco in cosa consiste la riforma della contrattazione

Cobas Pisa

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