November 27, 2024
Libia, Iraq, Siria, Afghanistan, Serbia: lo sterminio di piccole vittime neglette dei conflitti occidentali “per la democrazia e i diritti umani”. Perché i bambini non sono tutti uguali
I bambini non sono tutti uguali. Amina è nata in Niger pochi anni fa e pesa cento e più volte meno di Daniel, suo coetaneo del Lazio, Italia. Nel senso che un abitante nigerino in media ha una responsabilità di gas serra pari a 0,06 tonnellate, un italiano, invece, di oltre otto tonnellate (dati Onu a questo link http://unstats.un.org/unsd/environment/air_co2_emissions.htm ). Le emissioni pro capite sono il riflesso di un’enorme sproporzione nel consumo collettivo e individuale di materiali, risorse naturali, energia, derrate. Per mantenere Amina non c’è bisogno di alcuna guerra per le risorse. Per mantenere Daniel – perfino in tempo di crisi – sì.
I bambini non sono tutti uguali. Ad esempio le poche volte che la Nato accetta di risarcire una famiglia afgana per congiunti periti nei bombardamenti, si arriva al massimo a 2.000 dollari a morto. Quanto “vale” un pupo statunitense?
I bambini non sono tutti uguali. Soprattutto nelle guerre occidentali condotte con l’alcaselzer delle ragioni umanitarie. Utilissimi, gli amati children, quando si tratta di denunciare le minacce mortali e le violenze del nemico politico di turno.
Ignorati, però, i children, quando sono dalla parte sbagliata rispetto alla lama. La parte che riceve i colpi dell’intervento umanitario. In quel caso sono assimilati ai nemici. O al più, sono tollerabili danni collaterali.
Leggi tutto l’articolo di Marinella Correggia al seguente indirizzo:
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