Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La legge di stabilità spiana la strada alla cementificazione della città

Postato il 17 Dicembre 2015 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

oneri-urbanizzazioneGli oneri di urbanizzazione cosa sono?

Si distinguono in contributi per la realizzazione dell’urbanizzazione primaria (strade, fogne, illuminazione pubblica, rete di distribuzione energia elettrica e gas, aree per parcheggio, aree per verde attrezzato. ecc.) e per l’urbanizzazione secondaria (asili e scuole materne, elementari, medie inferiori, istituti superiori, consultori, centri sanitari, edifici comunali, edifici per il culto, aree di verde attrezzato di quartiere, ecc.). Tali contributi sono dovuti sia per le nuove costruzioni sia nei casi di ristrutturazione e/o cambio di destinazione d’uso, in base al mc di edificio realizzato.

Gli insediamenti residenziali, commerciali, direzionali e turistici sono soggetti agli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, mentre gli insediamenti industriali, artigianali, agricoli alla sola urbanizzazione primaria

La legge di stabilità punta sul mattone per liberare risorse alle spese correnti degli enti locali ormai strozzati dai continui tagli governativi e dai patti di stabilità

Nella manovra  si trova l’ennesima proroga per l’utilizzo «libero» delle entrate prodotte dagli oneri di urbanizzazione,  entrate che potranno destinare una quota fino al 50 per cento per finanziare le spese correnti, e per un altro 25 per cento per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale.

Un’altra proroga, anch’essa attesa dal sistema delle autonomie, riguarda le anticipazioni di tesoreria, il cui limite rimarrà anche per il 2016 a cinque dodicesimi delle entrate dei primi tre Titoli registrate nel penultimo rendiconto.

Dubitiamo fortemente che si voglia dare vita ad una grande edilizia pubblica, si darà impulso piuttosto alla edilizia privata e speculativa

I  Comuni e le Province che nel 2013 e 2014  indebitate che avevano presentato un piano di rientro dal debito potranno ripianare in 30 anni la quota di disavanzo in base a quanto previsto dal Dm del 2 aprile 2015.

Una piccola e insufficiente comunque boccata di ossigeno alle Province: cresce di 95 milioni il fondo chiamato ad alleggerire un po’ i tagli in programma per il 2016. Nel nuovo comma 445-bis, poi, si precisa che quando le Regioni hanno deciso di mantenere in capo alle Province e alle Città metropolitane la Polizia impegnata alle attività di controllo connesse alle funzioni non fondamentali, sarà quindi possibile ritoccare al rialzo anche gli organici ma in maniera comunque inadeguata.

Cobas Pisa

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