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La paura fa 90? La Merkel cambia politica (o solo annunci?)

Postato il 12 Marzo 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Merkel ammette: Export tedesco responsabile della recessione nell’Eurozona
di Marta Panicucci | 10 Marzo 2014

Lo dicevano tutti: la commissione europea che ha avviato un’indagine, gli Stati Uniti e i paesi che soffrono la recessione. L’unica a non ammettere il peso dell’export eccessivo sulla recessione dell’Eurozona era propria la Germania. Ma adesso, meglio tardi che mai, sembra che la cancellieria Merkel stia facendo il mea culpa ammettendo le responsabilità tedesche nella recessione europea.

Il cambio di guardia è storico: il motivo di orgoglio della locomotiva Germania, ovvero il surplus di export del paese viene ora considerato uno dei motivi principali ad aver acuito l’instabilità e la recessione dell’Eurozona.

Surplus tedesco
L’ammissione di responsabilità della Merkel, secondo la Süddeutsche Zeitung che ha potuto leggerlo in anteprima, sarebbe scritto nero su bianco in un documento interno al governo tedesco. Nel 2013 l’economia tedesca ha registrato un attivo di 200 miliardi di euro, l’eccedenza più grande tra tutti i Paesi del globo. La quota dell’export è stata pari al 7,3% del Pil, ben oltre il limite fissato al 6%.

Sono in molti e da tempo a sostenere che il surplus eccessivo registrato da un paese, possa comportare un forte indebitamento degli altri. Ma Merkel ha sempre rispedito le accuse al mittente, affermando di non voler in alcun modo arginare la forza della Germania. Le cause della fragilità degli altri paesi europei andavano cercate in altre cause indipendenti dal comportamento tedesco.

La Merkel attribuiva la colpa dell’indebitamento e della recessione alla scarsa capacità competitiva degli altri paesi e delle loro aziende, incapaci di sostenere il confronto con la dinamicità delle imprese tedesche, da sempre votate all’esportazione.

Da questa e da altre considerazioni tedesche è scaturita l’austerità che ha contraddistinto le politiche europee degli ultimi anni. L’austerity presentata come unico rimedio per risanare i conti dei paesi deboli e far ripartire la loro crescita, si è poi rivelata fallimentare nella maggior parte dei casi.

La commissione Ue
La tesi secondo la quale l’eccessivo export tedesco danneggiasse l’economie degli altri paesi membri, è sostenuta dalla Commissione europea stessa. A novembre infatti la commissione europea aveva annunciato l’avvio di un procedura, da concludersi in primavera, contro la Germania.

“Abbiamo deciso di preparare una analisi approfondita su potenziali squilibri in 16 paesi – ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso – Tra questi anche la Germania a causa di un surplus delle partite correnti persistentemente elevato (…). Dobbiamo capire se questo attivo ha un impatto negativo sul funzionamento dell’economia europea, anche se siamo consapevoli che il surplus tedesco riguarda il rapporto commerciale della Germania con il mondo, non con la zona euro”.

L’accusa nei confronti della Germania, di forte impatto politico, è in estrema sintesi di esportare senza consumare, di vendere senza investire, contribuendo alla crisi economica del Sud Europa.

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Sono perfettamente in linea con l’analisi riportata nell’articolo di Marta Panicucci nel quale individua il ruolo egemone della Germania nell’Eurozona come fonte di squlibri macroeconimici all’interno dell’area stessa e a danno soprattutto dei paesi periferici.

Concordo, e non potrei fare diversamente, sugli effetti prodotti dalle politiche di austerthy nel determinare e ampliare tale situazione.

Tuttavia vorrei rilevare che nell’articolo la Panicucci che oltre a non scrivere praticamente niente di originale, ormai sono anni che economisti autorevoli, non certo io che sono un profano, denunciano gli effetti nefasti di certe politiche, commette un errore grossolano: è vero che la Germania nel 2013 ha registrato un surplus commerciale di 200 miliardi di euro ma la quota del 7,3% del Pil non è riferita al valore dell’export come lei sostiene. Tale valore ammonta a 1400 miliardi di euro che decurtato dei 1.200 miliardi dell’import fa appunto 200.

Inoltre è noto che la Germania esporta circa la metà del Pil ed essendo quest’ultimo nel 2013 circa 3.400 miliardi di $ basta convertirli in euro..si ottiene 2.800 miliardi di euro il cui 7,3% fa appunto 204 miliardi che rappresenta il valore del surplus commerciale e non dell’export.

Per una giornalista di repubblica ci si aspetta maggiore professionalità..

Andrea Vento

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