November 28, 2024
Analisi. Cosa c’è dietro la surreale crociata contro l’articolo 18. Renzi crede nella tesi sulla «precarietà espansiva». L’Isfol, l’Ocse e molti economisti hanno dimostrato che l’Italia è più «flessibile» della Germania.
La tesi di fondo che spinge Matteo Renzi a giustificare la surreale crociata contro l’articolo 18 è che maggiore flessibilità nell’offerta di lavoro porterà più occupazione in Italia. La tesi è stata smentita sin dal 2004 dai rapporti Ocse sull’occupazione e ha trovato una serie di conferme nell’elaborazione dei dati forniti dall’Isfol, oltre che nei lavori di economisti come, tra gli altri, Emiliano Brancaccio o Riccardo Realfonzo.
Il problema è anche un altro: una maggiore precarizzazione del mercato del lavoro (e quello italiano lo è alla massima potenza) produce occupazioni (Jobs) «mordi e fuggi», di bassa qualità,di breve e brevissima durata e sempre meno pagati. Il disegno di Renzi (su impulso della Bce o dell’Ocse) sembra essere il seguente. In Italia oggi sette persone su 10 (1.848.147 unità) lavorano a tempo determinato. Per loro non vale l’articolo 18. Alla scadenza di questi contratti nessuno viene «licenziato». Il contratto non viene semplicemente «rinnovato». I dati sono del sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie del ministero del lavoro e riguardano il secondo trimestre di quest’anno. Solo il 15,2%, cioè 403 mila persone, sono state assunte nel 2014 con un contratto a tempo indeterminato. Con la sua «riforma» Renzi vuole togliere il contratto «vero» a queste persone e renderle uguali — e senza diritti — al 70% che non ha le stesse garanzie. Dice che, in compenso, le vincolerà cioè al famigerato «contratto a tutele crescenti».
Leggi tutto l’articolo di Roberto Ciccarelli del Manifesto al seguente indirizzo:
http://www.controlacrisi.org/notizia/Lavoro/2014/10/2/42544-la-precarieta-porta-piu-lavoro-falso-lo-dicono-i-dati-e-la/
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