December 22, 2024
La montagna ha partorito il topolino
In dirittura di arrivo il regolamento attuativo della legge regionale in materia di nidi.
Se il testo che sta girando su alcuni tavoli in Regione dovesse essere confermato come quello definitivo, la Regione Toscana in materia di servizi educativi farebbe non uno ma due passi indietro. A nostro avviso, da qui a metà aprile (termine ultimo per approvare il regolamento, salvo proroghe) le organizzazioni sindacali dovrebbero attivarsi unitariamente per chiedere alcune sostanziali modifiche.
Su materie importanti come sanità, servizi sociali e servizi educativi è necessario un confronto alla luce del sole ove tutte le posizioni siano esplicitate. I Cobas chiedono che sia costituito un unico tavolo di confronto in Regione con tutte le organizzazioni sindacali interessate per intervenire con proposte concrete sul regolamento attuativo.
E’ importante che i cittadini siano informati di tutti i passaggi, del percorso fatto e sopratutto possano intervenire prima della approvazione del testo finale per avere una concreta possibilità di influire sui contenuti della legge (stiamo parlando della vita dei loro bambini).
contenuti
(dalla bozza semidefinitiva inviataci il 20 marzo)
malgrado le promesse in questa bozza semidefinitiva troviamo la capienza massima a 60 bambini (e non a 50), i parametri spaziali ovviamente ridimensionati (da 6 mq a 5 mq), il modo di parametrare gli educatori sulle fasce d’età ( 1/6 per i bambini di età inferiore ai 12 mesi; 1/7 per i bambini di età compresa tra 12 e 23 mesi; 1/10 per i bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi)che comporta comunque una perdita di personale in organico e, se è vero che saranno calcolati sugli iscritti reali (non più sulla media delle presenze dei bambini nel mese di massima frequenza,circa l’80% come è ora) è anche vero che sarà confermato l’overbooking, ossia il 20% dei bimbi in più rispetto la ricettività. Questo potrà comportare l’iscrizione fino a 72 bambini per nido, con l’unico vincolo che non potrà essere superato il rapporto dei 5 metri per bambino. Ad esempio in un nido di 360 metri quadri potranno essere iscritti 72 bambini, in uno di 325… solo(!)65, ecc…
C’è oltretutto il rischio che non sia più garantito il sostegno per i bimbi con handicap che purtroppo già oggi in molti comuni viene garantito da lavoratrici spesso precarie di qualche cooperativa. Inoltre, non c’è la clausola di salvaguardia dei ccnl per le lavoratrici dei nidi privati autorizzati.
Nel corso degli ultimi mesi si sono succedute varie ipotesi di regolamento ( a volte con rapporti numerici che sarebbero potuti arrivare fino a 1/10 di media!).Sicuramente la Cgil e gli altri sindacati che hanno avuto la possibilità di interloquire con la Regione su alcuni punti hanno posto un freno a derive peggiorative, ad esempio riuscendo a mantenere l’attuale calendario di apertura, tuttavia se il nuovo regolamento resta quello che ci è stato presentato senza ulteriori modifiche (su spazi e rapporti numerici ad es.) i suoi effetti sui servizi saranno devastanti e se non si è riusciti a mettere un argine col percorso concertativo bisogna coinvolgere da subito i lavoratori e se necessario intraprendere un percorso di mobilitazione e lotta.
Se continuiamo a credere che 60 bambini così piccoli in un’unica struttura non possano godere della tranquillità necessaria alla loro crescita, né sia possibile dividerli per lavorare in piccoli gruppi, che qualsiasi aumento del rapporto numerico è comunque un grosso passo indietro, tenuto conto che è un rapporto praticamente doppio o triplo a quello della media europea (per quale ragione si parla di Europa solo quando ci sono da distruggere conquiste e tutele collettive mentre quando c’è da riprendere un esempio avanzato in termini di civilità e servizi educativi\sanitari , il modello europeo cessa di essere un parametro di confronto?) è necessario attivarsi da subito per scongiurare l’ipotesi che il nuovo regolamento venga approvato con tutti questi peggioramenti.
Noi pensiamo che il compito del sindacato non sia solo quello di limitare i danni; su argomenti come servizi educativi, sanità e istruzione sono in ballo interessi materiali sui quali coinvolgere sempre e comunque lavoratori e cittadinanza.
Siamo consapevoli che “il regolamento non è oggetto di contrattazione con il sindacato” ma quando risulta palese che le conseguenze di un atto (qualsiasi esso sia , legge, regolamento, delibera, ecc.) ricadranno pesantemente su lavoratrici e utenza il sindacato deve necessariamente attivarsi per trasformare l’approvazione di quest’atto in una vertenza collettiva.
Non è nostra intenzione sminuire il lavoro svolto da altri, vogliamo aggiungere delle riflessioni, certi che le ataviche dissonanze tra sindacati possano essere superate dalla comune volontà di risposta a questi peggioramenti che emerge dalla totalità dei lavoratori e che proprio partendo dalle istanze dei lavoratori è possibile costruire un percorso di lotta unitaria per far fronte ad una situazione di reale emergenza democratica e di rappresentanza, quale è quella che sta attraversando il nostro paese in questi tempi.
Da parte nostra chiediamo a tutte le educatrici, ai genitori di scrivere al consiglio regionale, di fare le pressioni e le iniziative necessarie a modifcare questo regolamento salvaguardando i servizi educativi.
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