December 27, 2024
Lunedì 9 dicembre nella Sala Blu della Scuola Normale di Pisa si è tenuto un incontro per ricordare Remo Bodei ad un mese dalla sua scomparsa. I relatori che sono stati chiamati a ricordare la figura di Bodei hanno oscillato tra ricordi personali e culturali da colleghi e allievi, ma sempre intrecciati indissolubilmente: non si può ricordare Bodei separando la profondità delle sue ricerche, nonché la vivacità di comunicazione e insegnamento, dalla gentilezza personale e dalla capacità di coinvolgere e affascinare con la mitezza della sua figura e del suo eloquio. Il ricordo è stato affidato a studiosi del calibro di Roberto Esposito, che ha riepilogato la poliedricità dei temi della ricerca di Bodei, tra passioni, coscienza, tempo; a Barbara Carnevali, che ha ricordato gli anni della propria formazione in Normale sotto la guida del maestro, che ha saputo accompagnare i suoi allievi e allieve dallo storicismo alla problematizzazione filosofica, spostando la filosofia dalla pura Accademia alla dimensione della vita; con Alfredo Ferrannin è stato evidenziato l’approccio innovativo di Bodei ad Hegel e a un approccio prismatico alla filosofia della storia; infine, Daniele Francesconi, direttore del Festival della Filosofia di Modena, ha presentato la figura di Bodei sotto la luce più manifesta, quella dell’intellettuale che uscendo dalla dimensione puramente sì accademico-istituzionale si misurava, pur mantenendo il rigore del pensiero e dei contenuti, con la comunicazione di massa dei temi filosofici. Ho avuto la fortuna di assistere alle lezioni di Bodei, e posso affermare di aver ritrovato la medesima vivacità e poliedricità, unite al rigore del ragionamento, in conferenze, interventi o interviste ascoltate alla radio: un maestro nel dipanare linee di discorso e di riferimento, intessute di una cultura vastissima e stratificata, che raccoglieva e intrecciava in un filo unitario e plurale allo stesso tempo miriadi di sollecitazioni in schegge di definizioni: mai però una citazione o una riferimento rappresentava un artifizio retorico, una divergenza dialettica fine a se stessa, quanto piuttosto un paziente e lento avvolgere e intarsiare con fili preziosi la trama del ragionamento e dell’argomentare….
Leggi tutto l’articolo di Giovanni Bruno al seguente link:
Lascia un commento