Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La vita dei lavoratori conta!

Postato il 18 Settembre 2024 | in Sicurezza sul lavoro | da

Quello della sicurezza e della salute sul posto di lavoro è un problema che nel nostro paese riguarda un ampio numero di lavoratori: dall’inizio dell’anno al 20 giugno 2024 oltre 670 lavoratori (il 19,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) hanno perso la vita sui posti di lavoro o in itinere; a ciò vanno aggiunte le morti non registrate, gli infortuni e le malattie professionali.

La ripartizione degli omicidi sul lavoro:

– in termini geografici, vede in testa la Lombardia, seguita da Veneto, Lazio, Campania, Piemonte ed Emilia-Romagna;

– in termini di settori, vede in testa i trasporti e il magazzinaggio, seguiti dall’edilizia, dalle attività manifatturiere e dal commercio;

– in termini di fascia d’età, la più colpita quantitativamente è quella tra i 55 e i 64 anni.

Morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali non sono una fatalità né sono dovuti all’“errore umano” di questo o quel lavoratore. Sono un “effetto collaterale” dell’aumento dei ritmi di lavoro, del lavoro precario e in nero, del sistema degli appalti e dei subappalti, del ricorso alla censura, agli obblighi di fedeltà aziendale e di altre forme di repressione, del mancato rispetto delle procedure di sicurezza e dell’eliminazione dei diritti sindacali. Sono, cioè, un frutto avvelenato della crisi generale del capitalismo che, per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, ha significato e significa

1. eliminazione o riduzione delle tutele che gli operai e il resto dei lavoratori avevano strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel nostro paese e nel mondo,

2. non utilizzo di sistemi di sicurezza che pure esistono per ogni esigenza, per ogni contesto e per ogni eventualità. Nel 2010, l’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti dichiarò spudoratamente la linea dei padroni e delle loro autorità: “robe come la 626 (la legge sulla sicurezza sul lavoro, ndr) sono un lusso che non possiamo permetterci”. È la linea che guida tuttora padroni e autorità, anche se Mattarella e ministri vari versano lacrime di coccodrillo e gridano “mai più morti sul lavoro” quando ci scappa la strage (mentre i lavoratori che ogni giorno muoiono ma sparpagliati in diverse aziende non valgono la fatica!).

In questo contesto, la cosa determinante per la tutela della salute e della sicurezza sui posti di lavoro sono il protagonismo, l’organizzazione e il coordinamento dei lavoratori dentro e fuori i posti di lavoro: le norme e i sistemi di sicurezza sul lavoro esistono, si tratta di farli valere e applicare dal basso e questo solo i lavoratori organizzati possono farlo.

Uno dei diritti dei lavoratori per la tutela della loro salute e sicurezza, è quello di essere informati, formati e addestrati a cura e spese del proprio datore di lavoro e durante l’orario di lavoro.

E’ un diritto che i lavoratori e i loro rappresentanti devono pretendere!

La consapevolezza dei rischi a cui i lavoratori sono sottoposti durante il lavoro e delle misure di prevenzione e protezione che il datore di lavoro, ma anche dirigenti e preposti e lavoratori stessi, devono adottare è una delle misure più importanti di tutela dei lavoratori.

Purtroppo, spesso i datori di lavoro, oltre ad altri fondamentali diritti, negano una informazione e una formazione adeguata ai lavoratori.

A partire da questo orientamento produciamo alcune pillole video usufruendo del materiale elaborato nell’ambito del progetto “SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS !” e messo a disposizione da Marco Spezia, Tecnico della Sicurezza per contribuire all’organizzazione dei lavoratori a partire dalla creazione  della “cultura e consapevolezza dei diritti dei lavoratori, diffondere informazione e formazione, essere di supporto, anche pratico, ai lavoratori per la tutela della propria salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Pillole sulla sicurezza a cura del Partito dei CARC – www.carc.it

Tratto dalla Mailing List Sicurezza sul Lavoro

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