November 28, 2024
Se la Cgil sapeva delle presunte false partite iva perché ha aspettato la denuncia a mezzo stampa dei cobas? la risposta è semplice:subalternità al sindaco Filippeschi e al Pd . Da tre mesi i Cobas hanno avanzato richieste in merito alle società partecipate e alla assenza di un controllo da parte del comune che dovrebbe partire da una seria ricognizione dei rapporti di lavoro, dei contratti, dei precari che avrebbero dovuto essere stabilizzati e sono stati invece mandati a casa nel silenzio assenso dei sindacati, cgil in primis.
Le società partecipate dal Comune di Pisa e le società in house hanno alle loro dipendenze centinaia di lavoratori per lo piu’ in Geofor, Farmacie spa, Sepi, Pisamo e Valdarno, oggi in dismissione nonostante un bilancio in attivo, forse perché il comune si prepara ad un usare gli immobili di ospedaletto senza controllo alcuno.
Per anni abbiamo detto e scritto che questi lavoratori (almeno il personale di Sepi, Pisamo e Valdarno) erano stati inquadrati con contratti sfavorevoli rispetto a quello degli enti locali con situazioni di appalto e subappalto ove la forza lavoro opera con retribuzioni da fame (per esempio i vigilini addetti al controllo dei parcheggi) e carichi di lavoro crescenti (gli appalti Geofor) che spesso e volentieri danneggiano la salute dei lavoratori\trici.
Posizioni scomode e per questo inascoltate dalla politica (di centro, destra e sinistra tutti assenti indistintamente eccezion fatta per cavalcare qualche notizia di cronaca o per licenziare un ordine del giorno che finisce subito nel dimenticatoio tra le tante parole non seguite da fatti).
Il controllo esercitato dal Comune di Pisa nel corso degli anni è stato assolutamente carente e questa voluta assenza riguarda anche alcuni appalti storici come i cimiteri ormai ridotti al collasso.
La delibera di Giunta comunale n.146\2014, dice che il personale di queste aziende (spesso dirette da politici riciclatisi nel ruolo di managers per esercitare il controllo degli stessi centri di potere sulle società pubbliche) al pari di quello Comunale deve essere regolato da indirizzi e atti “in una logica di gruppo comunale”
Per essere ancora piu’chiari il personale di queste società è soggetto alle stesse regole della Pubblica amministrazione che regolano gli enti locali, le società in questione hanno tetti di spesa da rispettare, stringenti limiti nelle assunzioni(per questo si tira in ballo la legge 147\2013 che prevede la mobilità coatta del personale da una azienda all’altra prima di stabilizzare i precari (numerosi in alcune aziende) o bandire concorsi per nuove assunzioni.
La logica comunale avrebbe dovuto imporre almeno lo stesso contratto di lavoro e non situazioni di privilegio , una tra tutte:il trattamento riservato al dirigente della Sepi che al contrario degli altri dipendenti puo’ tornare in comune a lavorare, anzi ogni 5 anni viene reintegrato con atti che assumono i connotati della farsa perché pochi giorni dopo torna regolarmente in sepi.
In questi anni, gli atti di indirizzo del Comune sono stati alquanto carenti, per non parlare poi del modo con cui si sono “aggirati “ i tetti alla spesa di personale con cessione di rami di azienda (Sepi) e trasferimento di personale (trasferimenti che il Governo Renzi ha voluto, da oggi in poi, a costo zero e coattivi).
Se la politica è stata silente, anche il sindacato non ha fatto la sua parte limitandosi a perorare qualche situazione singola ma senza guardare alle società partecipate come l’ambito dove si stava costruendo una gestione del personale spesso a ribasso o dove si praticavano scelte inaccettabili(il subappalto per ridurre ai minimi termini il costo del lavoro).
L’atto di indirizzo allegato alla delibera di Giunta prima menzionata, nessuno potrà dormire sonni tranquilli. Infatti:
Di ogni erba si fa insomma un unico fascio, giusto appunto per dare una immagine sbagliata e far ricadere ogni colpa e responsabilità sulle lavoratrici e sui lavoratori.
Il silenzio dei sindacati “maggiormente “ rappresentativi sa di connivenza con l’amministrazione comunale e un sindacato subalterno non tutela certo gli interessi della forza lavoro sempre piu’ divisa e frammentata quando ora sarebbe il momento di essere uniti. Per questo vogliamo un consiglio comunale aperto, documentazione sui rapporti di lavoro in ogni società e un unico tavolo di trattativa aperto al sindacato di base.
CONFEDERAZIONE COBAS PISA
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