Più tutti quelli che lavorano in settori non tutelati da inail i cui dati vengono secretati e non vengono condivisi volontariamente.
Dati epidemiologici da far accapponare la pelle.
Nessuna tutela per chi lavora, come se il luogo di lavoro, per certe categorie fosse inesistente. Eppure i lavoratori esistono, muoiono e continuano ad ammalarsi.
Io sono un’assistente di volo. Noi lavoriamo dentro una fusoliera dove è considerato legale lavorare anche con 40 gradi.
Le compagnie aeree non hanno L obbligo di usare nemmeno l’aria condizionata (che ha un costo) e la temperatura in certe situazioni, sale rapidamente.
Ieri per esempio siamo stati dentro l’ aereo in ritardo con tutti i passeggeri per più di 2 ore ad una temperatura di 33 gradi.
Abbiamo avuto una collega che si e’ sentita male (io sto male oggi che sono dì riposo) ed anche una passeggera. Abbiamo dovuto chiamare i paramedici perché era svenuta.
Noi assistenti abbiamo cercato di supportare i clienti in tutti i modi possibili, ma con quel caldo e il ritardo che poi è diventato di 5 ore, la giornata è stata un incubo per tutti.
E queste cose capitano spesso. E spesso nelle compagnie che risparmiano sulle cose basilari. Che si fanno competizione sulle tutele sociali che non forniscono ne’ ai lavoratori, ne’ ai passeggeri. Dovrebbero essere posti dei limiti. Ma siamo allo sbando in Italia.
L’industria aeronautica pubblicizza se’ stessa come sicura e in grado di adottare un’efficace gestione preventiva dei rischi e dice pubblicamente di eccellere nella qualità della formazione, ma resta tutta teoria perché quando si tratta di salute e sicurezza sul lavoro, non esiste nemmeno un organo di vigilanza in Italia che sia competente sui nostri rischi specifici.
Io sono RLS e non ho mai avuto la possibilità di chiedere supporto alla ASL perché non è competente sull aeroplano e nemmeno all unita sanitaria marittima ed aerea perché interviene solo per casi che non riguardano la salute e la sicurezza di chi lavora.
Da 28 anni aspetto l’emanazione del decreto attuativo che specifichi le nostre particolari esigenze. I nostri rischi specifici, ma non lo vogliono fare.
La qualità dell’aria in aereo ci fa ammalare e sembra un tabù raccontarlo.
Ti giro il protocollo medico che è appena stato pubblicato, per gestire un rischio che nessuno vuole affrontare e intanto noi ci ammaliamo. Ci vengono malattie neurologiche precoci e cancri. Ma nessuno fa niente anzi chi di dovere scappa quando li affronti oppure ti risponde in privato senza prendere responsabilità. Mi vergogno per loro, rappresentanti di istituzioni che mettono la testa sotto la sabbia volontariamente.
I luoghi di lavoro aerei sono ambienti particolari, che meriterebbero disposizioni specifiche per garantire un’adeguata tutela della sicurezza e della salute dei nostri lavoratori.
Gli equipaggi non sono nemmeno tutelati da Inail e vengono assicurati da compagnie assicurative private scelte dalle aziende, senza criteri di base o premi minimi da usare come parametro.
I diversi datori di lavoro, anche su questo, si fanno competizione al ribasso, l’ uno con l’altro.
Non abbiamo assicurate nemmeno le malattie professionali, perché per noi dicono non esistere, come se noi fossimo (magari) invincibili e immortali.
Non c è prevenzione e nemmeno protezione della salute, noi semplicemente perdiamo il posto di lavoro appena ci ammaliamo e veniamo completamente abbandonati da tutti.
I nostri dati epidemiologici sono tenuti segreti e vengono volontariamente separati da quelli degli altri tipi di lavoratori. È vergognoso.
Inail è stata esclusa volontariamente. I sindacati ne sono responsabili perché lo sanno da sempre e credo abbiano anche contribuito a mantenere questo status quo per avvantaggiare qualche categoria, ai tempi della compagnia di bandiera, L unica che aveva il privilegio di un contratto nazionale di lavoro, che nessun altro ha.
Anche se adesso si leggono comunicati sindacali di categoria che gridano allo scandalo nulla cambia e noi continuiamo ad ammalarci e a morire, anche e non solo in itinere, visto che ci fanno lavorare fino a 65 ore alla settimana!
Non esistono nemmeno malattie tabellate per noi, anche se con le radiazioni ionizzanti per esempio se noi fossimo tutelati da inail e catalogati sotto l’industria avremmo chiara la correlazione tra le radiazioni e i nostri terribili tumori ricorrenti.
E qui le dosi non c entrano.
Gli equipaggi di volo hanno tassi elevatissimi di cancro, soprattutto alla pelle e al seno, rispetto alla popolazione generale e sono ad alto rischio di malattie cardiovascolari, a causa di questioni ambientali legate al luogo di lavoro e alla progettazione della professione stessa.
Ma nessuno fa niente.
I miei colleghi malati possono dire senza dubbio cosa c’è di sbagliato in questo merdoso sistema. Troppi
però sono quelli che non possono più dirlo.
Se si cerca di parlare con i datori di lavoro, il potere negoziale è pari a zero e la soluzione che resta e’ solo quella di cambiare lavoro.
Scusa lo sfogo Marco e sempre grazie per la tua preziosa opera di divulgazione informata e costante.
Sono orgogliosa di essere nella tua mailing list.
Un caro abbraccio
Alessandra
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