Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

L’Italia e l’orario di lavoro

Postato il 14 Novembre 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

zoomAlla fine del novembre 2015, L’Italia sarà costretta tra una salata multa della Unione Europea o il rispetto della legge 66 \2003 (http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/03066dl.htm) che recepisce alcune normative europee in materia di orario di lavoro

La  66\2003 stabilisce la durata massima  dell’orario giornaliero del personale sanitario, durata che non può superare le 13 ore (7.40 di contratto+straordinari dovuti a urgenze non prevedibili),  seguite da un riposo di almeno 11 ore tra un turno e l’altro.

Se guardiamo invece a quanto succede oggi negli ospedali, stanno passando modelli organizzativi che vanno in direzione opposta a sgravare il personale sanitario da carichi di lavoro e orari insostenibili, infatti stanno partendo orari sperimentali con turni di 12 ore per tre giorni alla settimana.  Inutile dire che  quanto viene presentato come provvisorio e sperimentale rischia di diventare la regola, per questo non basta fare attenzione ma bisogna mascherare il trucco.Gli orari sperimentali possono sembrare favorevoli soprattutto per i fuorisede (sempre piu’ numerosi)  dimenticando che il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro è determinato anche dall’intensificazione dei ritmi che diventano sempre meno sostenibili e fonte di infortuni, malattie, errori nello svolgimento del proprio lavoro con conseguenze penali e amministrative spesso rilevanti

Il personale sanitario è tra i più esposti al sovraffaticamento causa di  malattie cardiovascolari e oncologiche, disturbi del sonno e stress

A partire dal  25 novembre 2015 non saranno più possibili deroghe all’art. 7 (in attesa di vedere ciò che normerà il prossimo contratto nazionale) del dlgs 66/2003:
1. Ferma restando la durata normale dell’orario settimanale, il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore. Il riposo giornaliero deve essere fruito in modo consecutivo fatte salve le attività caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata o da regimi di reperibilità. (modificato dal giugno 2008)

L’art. 7  riguarda il riposo giornaliero, le 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ocon l’sitituto contrattuale della “reperibilità” che non viene considerato orario di lavoro.

Quale riflessione trarre?

Molto probabilmente il nostro paese rispetterà formalmente le normative legislative ma allo stesso tempo proverà ad aggirarle con il sostegno di qualche sindacato di comodo. La riduzione dell’orario di lavoro è diventata ormai una priorità per garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose . Dal canto suo il Governo sta provando a ovviare il problema con sempre piu’ numerosi contratti part time al posto dei full time.

Gli orari non riguardano solo chi vi lavora ma tutta la cittadinanza che sta subendo i colpi dei tagli al servizio sanitario, quiindi la questione non ha solo una rilevanza specificamente sindacale ma riguarda anche lo stesso diritto ad una cura appropriata

Cobas Pisa

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