November 27, 2024
Fino a sette o otto anni fa, girando per molti paesi agricoli della Puglia, era facile sentirsi dire che il caporalato non esiste. O che, se proprio esiste, riguarda poche “mele marce”. Questa tesi negazionista, che ne ricorda altre altrettanto tragiche a proposito della mafia, è stata smentita dai fatti.
Non solo il caporalato esiste, ma controlla ogni anno decine di migliaia di braccia in tutta Italia, come evidenziato dai rapporti Agromafie e caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto.
Ciò accade non solo nelle regioni meridionali, ma anche nella pianura Padana o nelle Langhe piemontesi. Come la “linea della palma” di cui parlò Leonardo Sciascia, anche la linea del caporalato è salita verso nord anno dopo anno.
Tuttavia l’epicentro del maggior intreccio di sfruttamento, degrado e violenza continua a essere la Puglia, e in particolare la campagna del Tavoliere. Basta girare per le strade interne, per capire che di quell’intreccio non si avvantaggiano solo poche mele marce, cioè pochi imprenditori agricoli che decidono di aggirare le regole della raccolta del pomodoro, dell’uva o delle angurie.
Leggi tutto l’articolo di Alessandro Leogrande al seguente indirizzo:
http://www.internazionale.it/opinione/alessandro-leogrande-2/2015/08/28/sfruttamento-caporalato
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