November 24, 2024
La Ministra Madia interviene, all’indomani della sentenza costituzionale n. 24157\14 che applica la revisione dell’articolo 18 da parte della Fornero al pubblico impiego, per rassicurare i sindacati concertativi sulla non applicazione delle tutele crescenti e in una nota di stampa dichiara c’ è differenza sostanziale tra pubblico e privato, rappresentata dal tipo di datore di lavoro: il datore privato ragiona con risorse sue, quello pubblico ragiona con risorse della collettività.
Staremo a vedere i primi decreti attuativi della riforma della pa annunciati dalla Madia per Natale.
Ma le dichiarazioni della Madia non convincono perché politicamente puo’ essere assunta una decisione di riscrivere il dlgs 165\2001 e uniformare il trattamento del privato e del pubblico, del resto le condizioni per farlo esistono e la campagna contro il dipendente pubblico fannullone non conosce sosta.
Leggendo il testo della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione sembra che a livello giuridico non ci siano dubbi e che la questione sia quindi solo politica.
Del resto c’è anche chi, come si legge su “Il Fatto Quotidiano”, pensa che la esclusione dei pubbllci dalle tutele crescenti possa rappresentare un atto incostituzionale e una sorta di discriminazione dei privati esclusi da trattamento di miglior favore.
Tutto cio’ sta a dimostrare che se oggi non esistono i presupposti giuridici per applicare le tutele crescenti al pubblico, sono invece ben presenti le condizioni politiche per una revisione delle normative di legge (con qualche pezza di appoggio costituzionale) al fine di rendere applicabile cio’ che ad oggi non lo è: le tutele crescenti per i pubblici dipendenti.
Cobas Pisa
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