December 30, 2024
Alla fine ci sono riusciti. Gli Assistenti Specialistici e alla Comunicazione, dopo un percorso di lotta di un anno e mezzo – venerdì 8 aprile hanno dato vita alla loro prima manifestazione nazionale. Un momento di mobilitazione, svoltosi davanti e sulle scalinate del MIUR, che è il risultato dell’ampia rete di relazioni in giro per l’Italia che si è sviluppata a partire da esperienze come quella romana, segnata dalla presenza d’un Coordinamento particolarmente attivo.
Il luogo scelto per la manifestazione non è casuale: da tempo questi lavoratori e lavoratrici – attivi nel garantire il diritto allo studio alle persone con disabilità chiedono l’internalizzazione del servizio che li vede coinvolti, il cui effettivo funzionamento è peraltro indice non secondario del grado di civiltà d’un paese. Ora, spingere per internalizzare vuol dire spronare il Ministero in questione a non fare più finta che gli Assistenti non esistano, iniziando a considerarli per quello che di fatto sono: propri dipendenti.
In quest’ottica, tra gli obiettivi dichiarati della manifestazione, significativamente caratterizzata dallo slogan Mai più invisibili, vi era l’assunzione diretta da parte del MIUR. Un passaggio che dovrebbe associarsi ad un provvedimento normativo volto al riconoscimento giuridico-professionale di questa figura lavorativa. D’altronde, il fatto che sin qui gli Assistenti non siano stati inquadrati a livello normativo, è una delle cause delle condizioni di lavoro precarie che segnano il loro vissuto quotidiano. Certo, la funzione svolta dagli Assistenti è riconosciuta dalla legge 104 del 1992 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), che tuttavia demanda agli Enti locali la concreta gestione del servizio. Il che produce una incredibile eterogeneità di situazioni, con differenze cospicue non solo tra una regione e l’altra, ma anche tra province contigue.
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