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“Mala tempora currunt in America Latina”. L’analisi del voto in Argentina di Marco Consolo

Postato il 27 Novembre 2015 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

FutureFesteggia la destra argentina e quella continentale. Con una differenza di meno del 3% e uno stretto margine di 700.000 voti, al ballottaggio vince il suo candidato, Mauricio Macri, il “Berlusconi argenino” che ha battuto Daniel Scioli, il candidato del Frente para la Victoria che in certo modo rappresentava il continuismo (51.6 % a Macri, 48,3 % a Scioli, 22 % di astensionismo). L’insediamento di Macri è previsto per il 10 dicembre. E’ la prima volta dal 1998, anno in cui Hugo Chavez vinse le elezioni in Venezuela, che le urne riconsegnano alla destra il governo di un Paese che stava cercando un’alternativa.

Fattore decisivo della vittoria è stato il voto del peronismo conservatore, che al primo turno aveva votato per Sergio Massa, piazzatosi terzo. Fiutata l’aria, Massa aveva chiesto un segnale di “cambiamento”, implicitamente garantendo il suo appoggio “critico” alla destra di Macri che è riuscito a sommare i voti di una parte importante dell’elettorato conservatore del peronismo. Massa oggi mette a disposizione gli eletti nelle diverse Province ed i suoi voti in Parlamento.
Nel risultato ha giocato anche l’appoggio alla destra da parte dei “socialdemocratici” dell’Unión Cívica Radical, passati armi e bagagli con la destra sin dal primo turno.

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