December 24, 2024
Relativamente alla protezione delle vie respiratorie da SARS-CoV-2 (quando ve ne sia la reale necessità) c’è enorme confusione in giro.
La mia interpretazione è che rispetto al contagio da SARS-CoV-2 (coronavirus del gruppo 2, secondo l’allegato XLVI del D.Lgs. 81/08), la maggiore efficienza le abbiano i cosiddetti “facciali filtranti” (fotografia) marcati CE e con grado di protezione FFP3 secondo norma UNI EN 149:2009 “Titolo: Dispositivi di protezione delle vie respiratorie”.
Tali facciali filtranti si riconoscono da altre mascherine perché portano impresso sulla scatola e su ciascun facciale il marchio CE, l’indicazione del grado di protezione (FFP3) e la norma di riferimento (UNI EN 149:2009 oppure EN 149:2001+A1:2009).
Le mascherine “da chirurgo”, dispositivi medici secondo la norma UNI EN 14683:2014 “Maschere facciali ad uso medico – Requisiti e metodi di prova” servono invece a limitare la diffusione del virus da persona già infetta a persone sane.
Tale considerazione nasce dalla lettura della Nota n. 4975 del 12 febbraio 2015 della Regione Lombardia “Indicazioni operative per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario”
https://olympus.uniurb.it/images/stories/normativa_regionale/2015/lomb.nota2015_4975.pdf
e dalla Circolare del 27 giugno 2012 n.15 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali “Dispositivi di protezione individuale per la protezione delle vie respiratorie da agenti biologici aerodispersi”;
http://www.dplmodena.it/MLcir15-12.pdf
Chiedo a chi competente in materia, al di là delle generiche informazioni governative, di meglio specificare da chi e in quali situazioni esse debbano essere indossate.
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