December 22, 2024
Il 30 giugno sono scaduti i contratti di solidarietà in Misericordia e pochi giorni fa sono partite le procedure per la mobilità (licenziamenti) di 39 dipendenti.
I contratti di solidarietà, sottoscritti da sindacati e Misericordia per riorganizzare i servizi e nel frattempo contenere la perdita di salario dovuta alla riduzione dell’orario di lavoro, sono stati utilizzati, invece, per creare divisioni tra i lavoratori, per dismettere i servizi essenziali per la cittadinanza (trasporto sociale e sanitario, visite specialistiche, visite “fiscali”, terapie “salvavita”, ecc.) e per mandare a casa due terzi dei lavoratori\trici.
E i contratti di solidarietà sono stati mal gestiti anche dal punto di vista amministrativo, non rispettando modalità e tempi delle procedure, col risultato di privare il personale di una quota rilevante della retribuzione.
La Misericordia ha così dimostrato un totale disinteresse ai servizi e ai diritti dei dipendenti, basti ricordare che i centralinisti sono stati precettati durante gli scioperi ma non utilizzati per intere settimane perdendo così servizi e introiti.
Il colmo, poi, è venuto manifestandosi nelle ultime settimane, col rifiuto irresponsabile della Misericordia a prendere in considerazione (verificandone la concreta fattibilità) la proposta di acquisto della sua sede e di subentro nelle sue attività dismesse con la garanzia della conservazione dei posti di lavoro cosiddetti in esubero.
Irresponsabile è stato il comportamento dell’intero Magistrato (o Consiglio di Amministrazione) e della Curia (che nomina alcuni membri del Magistrato), perché in questo anno si è pensato solo a cancellare posti di lavoro e servizi.
Addirittura si è approfittato dell’ inchiesta della Procura per avviare le procedure di licenziamento con decisioni assunte da illustri membri del Magistrato, illustri per le cariche professionali che ricoprono e per i lauti stipendi che ne derivano.
In questi mesi, attorno a Misericordia, si sono accesi interessi di gruppi imprenditoriali. L’arcivescovo Benotto, a capo della curia Pisana, anche se nella unica uscita pubblica si era appellato agli enti locali per salvare i posti di lavoro, oggi tace davanti ai licenziamenti conseguenti al rifiuto dei vertici di Misericordia di prendere in esame le proposte per una positiva risoluzione della vertenza.
C’è da dire poi che dalle numerose residenze di anziani e cooperative che gravitano nel mondo cattolico ad oggi non è pervenuta alcuna offerta di lavoro.
I Cobas tornano a rivendicare
Confederazione Cobas
Lascia un commento