December 22, 2024
La trattativa sindacale alla Misericordia è arrivata a un punto di svolta: o si accetta il passaggio dei contratti di solidarietà dal 33% al 50% dell’orario totale o arrivano i licenziamenti. Questo il risultato della trattativa sindacale conclusasi dopo le 20 del 18 Febbraio scorso.
Solo pochi giorni fa, il personale si è espresso contro ogni ulteriore aumento delle ore con contratto di solidarietà (dal Giugno scorso, parte del personale, non tutto per scelta o incapacità gestionale dei vertici della Misericordia è in regime di contratto di solidarietà, un ammortizzatore sociale indispensabile per fronteggiare un debito che nel frattempo è arrivato a 12 milioni di euro).
In questi mesi , i vertici della Misericordia non hanno
– presentato un piano industriale di rilancio
– affittato un piano della faraonica e inutile sede
– utilizzato gli ambulatori e i macchinari in essi contenuti
– riorganizzato servizi e personale (su sei ore di lavoro se ne lavora a malapena 3)
– rafforzato la presenza nei servizi come il trasporto sanitario e sociale , anzi assistiamo ad un progressivo abbandono degli stessi.
E’ evidente che intenzione dei vertici della Misericordia sia quello di ridurre di una trentina di unità l’organico del personale.
Per fare ciò si vanno dismettendo alcuni servizi, non se ne trovano di nuovi e si mira solo al taglio della spesa del personale e dei costi ampliando il contratto di solidarietà.
La scelta di Misericordia è quella di guadagnare tempo , tagliare la spesa del personale attraverso i contratti di solidarietà (metà orario al lavoro, metà a casa con l’ammortizzatore sociale) e sperare che per miseria e stanchezza un po’ di dipendenti scelgano il licenziamento volontario.
Allo stato attuale , le associazioni di Volontariato non hanno intenzione alcuna di assorbire il personale della Misericordia anche se ne erediteranno parte dei servizi con il nuovo affidamento del trasporto sanitario.
Analogo discorso potrebbe essere fatto per altri settori.
In questa situazione drammatica, il Sindaco Filippeschi in consiglio Comunale non ha fornito alcuna risposta, la Regione, l’Arcivescovado e la Provincia sono assenti perchè non chiamati in causa dalla Misericordia e anche da buona parte dei sindacati.
Nelle prossime ore al personale sarà puntata una pistola alla tempia e dovrà scegliere tra l’agonia dei contratti di solidarietà e il licenziamento immediato
I Cobas ritengono indispensabile aprire una vertenza che coinvolga tutti i soggetti pubblici presenti sul territorio perchè se il personale attualmente in organico è in eccesso ai reali bisogni (ma nessuno potrà dimostrare che con i volontari è possibile gestire servizi complessi come quelli gestiti da Misericordia), ad oggi non esistono certezze per ricollocare lo stesso.
Quindi Primaziale, Arcivescovado, associazioni di volontariato si facciano avanti senza sottrarsi all’impegno morale per l’assunzione di parte del personale. A tal scopo Pieroni, Filippeschi e Rossi dovranno fare la loro parte prima che sia troppo tardi. Del resto di tempo ne abbiamo perso fin troppo…..
CONFEDERAZIONE COBAS PISA
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