Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Morti sul lavoro 2021 dati tratti dell’Osservatorio Nazionale curato da Carlo Soricelli da 14 anni.

Postato il 10 Gennaio 2022 | in Sanità, Sicurezza sul lavoro, Sindacato | da

Nel 2021 sono morti 1404 lavoratori per infortuni sul lavoro, di questi 695 sui luoghi di lavoro, con un aumento del 18% rispetto all’anno 2020, ma l’anno scorso c’è stato il fermo covid (in questo monitoraggio non ci sono i lavoratori morti per infortuni da covid).
INAIL dall’inizio dell’anno al 30 novembre ha ricevuto 1116 denunce per infortuni mortali (mancano i morti di dicembre), ma ricordiamo che molte categorie di lavoratori non sono assicurati a questo Istituto e quindi questi morti non vengono rilevati: poi ci sono i morti in nero. Occorre aggiungere i morti per infortuni da coronavirus: 90 medici nel 2021 (368 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro ma aggiungiamo anche gli altri che non lavorano nella Sanità.

Le categorie con più morti sul lavoro sono:
L’Agricoltura che ha registrato il 30,22% di morti sui luoghi di lavoro, di questi ben il 75% sono stati schiacciati dal trattore, 158 complessivi a morire in modo così orrendo, e l’età varia dai 14 agli 88 anni. Il 22% di tutti i morti sui Luoghi di Lavoro di tutte le categorie ha perso la vita schiacciato da questo mezzo.

L’edilizia ha registrato il 15% dei morti, di queste per la maggioranza sono provocate da cadute dall’alto, sono moltissimi i morti in nero in questa categoria, soprattutto nelle regioni del sud, ma non solo.

Autotrasporto ha registrato il 10,75 % di tutti i morti sui luoghi di lavoro: in questa categoria sono inseriti tutti i lavoratori che guidano un mezzo sulle strade e autostrade. I morti in questa categoria sono aumentati di molto; non sarà un caso che è aumentato in modo esponenziale il trasporto su gomma dovuti agli acquisti on line.

L’Industria è rappresentata dal 5,89% sono relativamente molto pochi; in questa categoria sono state inserito le industrie di tutte le categorie (esclusa edilizia). I morti in questa categoria sono quasi tutti nelle piccole aziende dove non è presente il Sindacato o un responsabile della Sicurezza. Nelle medie e grandi aziende i morti sono quasi inesistenti, quei pochi sono tutti lavoratori che lavorano all’interno dell’azienda stessa ma che non sono dipendenti diretti, ma di aziende appaltatrici.
Ricordiamoci anche di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco che hanno perso la vita lavorando: anche questi lavoratori non sono assicurati all’INAIL.

Età delle vittime
È impressionante vedere che i morti sui Luoghi di Lavoro (escluso l’itinere) che hanno più di 61 anni sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. I morti da questa età in su sono soprattutto in agricoltura, in edilizia e tra gli artigiani. Non si può far svolgere lavori pericolosi a lavoratori anziani. Ma ci sono anche molti giovani di vent’anni a morire sul lavoro, soprattutto precari, che hanno perso la vita quest’anno, non solo Luana D’Onofrio ma anche altre decine di giovani che svolgevano lavori pericolosi senza nessuna preparazione, e con il rischio di venir licenziati se avevano da ridire sui lavori pericolosi che dovevano svolgere.

Nazionalità delle vittime
Rappresentano il 6,5% di tutti i morti sui luoghi di lavoro: c’è stato un netto calo delle morti tra gli stranieri rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa della pandemia. Gli anni precedenti al covid erano sempre intorno al 10%. Sono lavoratori marocchini, albanesi e romeni gli stranieri con più morti.

Qui sotto i morti in ogni provincia e regioni italiane a questi occorre aggiungere almeno altrettanti lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro
LOMBARDIA 78 : Milano (15), Bergamo (15), Brescia (15),Como (3), Cremona (2), Lecco (3), Lodi (1), Mantova(3), Monza Brianza (3), Pavia (9), Sondrio (4),Varese(4) ;

CAMPANIA 70: Napoli (22), Avellino (12),Benevento (6), Caserta (13), Salerno (17) ;

TOSCANA 75: Firenze (12), Arezzo (2), Grosseto (4),Livorno (3), Lucca (6), Massa Carrara (3), Pisa‎ (9),Pistoia (10), Siena (3) Prato(3);

EMILIA ROMAGNA 53: Bologna (6), Rimini (4) Ferrara (5) Forlì Cesena (4)Modena (10) Parma (7) Ravenna (5) Reggio Emilia (10)Piacenza (1);

PIEMONTE 53: Torino (17), Alessandria (11), Asti (3), Biella (2), Cuneo (17), Novara(1),Verbano-Cusio-Ossola() Vercelli (1);

VENETO 51: Venezia (7), Belluno (2), Padova‎ (14), Rovigo (1), Treviso(12), Verona (6), Vicenza (8);

LAZIO 40: Roma (22), Viterbo(2) Frosinone (7) Latina (6) Rieti(3);

CALABRIA 34:Catanzaro (7), Cosenza (16), Crotone (2) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3);

PUGLIA 32: Bari (6), Battipaglia(4), Brindisi (4), Foggia (4), Lecce (7) Taranto (7);

SICILIA 30 :Palermo (4), Agrigento (5), Caltanissetta (),Catania (5), Enna (1), Messina (6), Ragusa (😎,Siracusa (1), Trapani‎ ();

ABRUZZO 28: L’Aquila (5),Chieti (11), Pescara (1) Teramo(10);

TRENTINO ALTO ADIGE 24 Trento (9) Bolzano (15);

MARCHE 22: Ancona (4), Macerata (4), Fermo (1), Pesaro-Urbino(7), Ascoli Piceno (6) Fermo;

FRIULI VENEZIA GIULIA:15 Pordenone (2) Trieste (2) Udine (9) Gorizia (2);

SARDEGNA 15 :Cagliari (4) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (1), Nuoro (6), Ogliastra (), Olbia-Tempio(), Oristano (1), Sassari (2).Sulcis iglesiente ();

UMBRIA 9 :Perugia (7) Terni (2) ;

BASILICATA 9; Potenza (6) Matera (3); Molise 6: Campobasso (2) Isernia (4);

LIGURIA 7: Genova (3), Imperia () La Spezia(2), Savona (2) ;

VALLE D’AOSTA 3;

LAVORARE SI MA IN SICUREZZA. UN ELENCO DI MORTI SUL LAVORO
Siamo senza parole, impotenti di fronte a tragedie che investono quotidianamente chi lavora ed anche altre persone a caso, senza nessuna presenza attiva nella dinamica degli incidenti e delle morti sul lavoro. Siamo anche pronti ad ascoltare la politica che piangerà lacrime di coccodrillo, pronta a non fare niente e a non punire le responsabilità di queste stragi.
Non ce la sentiamo, anche se un abbraccio alle famiglie è l’unico sentimento da esprimere, di raccontare la dolorosa e consueta cronaca di morte e poi dire BASTA! Siamo svigoriti e la politica domani non si ricorderà di questi nomi. Questa è la cruda verità.
Cerchiamo i responsabili, quelli che scrivono una legge per la sicurezza nel 2008 ma lasciano che la repressione nei luoghi di lavoro sia ancora forte e detti legge, nonostante il lavoro di chi si occupa di sicurezza per conto dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nessuno garantirà niente e chi lavora farà da solo, come sempre. Questo è uno dei temi principali per cui il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici dovrebbe andare compatto ad una mobilitazione, dura e importante, senza guardare in faccia a chi non spende soldi per aumentare la tutela e garantire la sicurezza di chi lavora. Intanto, domani, stiamo attenti sul lavoro e quello che è pericoloso evitiamolo. A costo di una discussione a muso duro con datori di lavoro.
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