Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Newsletter Clash City Workers 10 aprile – 17 aprile

Postato il 19 Aprile 2016 | in Scenari Politico-Sociali | da

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Petrolio, trivelle, politicanti, referendum e noi

Sono ancora tante le idee confuse che circolano riguardo il referendum di oggi, domenica 17 Aprile, e in molti cadiamo nei trabocchetti del premier Renzi che ha esplicitamente invitato a boicottarlo. Di seguito trovate l’utilissima analisi di una persona che si sporca le mani ogni giorno contribuendo ad organizzare i lavoratori in un sindacato conflittuale, che si è messo a studiare a fondo su cosa andremo a votare domenica, quali e di chi sono realmente gli interessi che il referendum mette in discussione. Si è anche chiesto fino a quale punto lo strumento referendario può essere efficacie in questo momento, quali le sue potenzialità e quali i suoi limiti che richiedono l’intervento di tutti, giorno per giorno.

Parole vuote: sull’Egitto, l’Italia e la Giustizia per Giulio

Pochi giorni fa una fonte anonima, ma apparentemente ben informata dei fatti, ha inviato alcune informazioni alla procura di Roma: la condanna a morte di Regeni può essere fatta risalire tranquillamente fino al consigliere di al-Sisi, il generale Ahmad Jamal ad-Din, e dunque ai vertici più alti dell’apparato egiziano. Queste informazioni vanno a confermare molte cose che diciamo da tempo, come il fatto che Regeni è stato rapito, torturato ed infine ucciso per “conoscere la rete dei suoi contatti con i leader dei lavoratori egiziani e quali iniziative stessero preparando”. Ma fino a che punto vuole davvero spingersi il Governo italiano su questa faccenda? Cosa davvero cambierà in Egitto dopo la ritirata dell’ambasciatore? Le ritualità diplomatiche non ci interessano davvero, anche perché questa rottura non significa nessuna interruzione dei rapporti commerciali. A noi interessa vedere cosa succede nella struttura della realtà sociale e lavorativa in Italia e in Egitto. Quanto queste sceneggiate toccheranno davvero il regime sanguinario di al-Sisi, quanto cambierà nelle carceri egiziane, nelle fabbriche? Quali sono i veri rapporti che il governo italiano dovrebbe rompere per ottenere qualche cosa? E’ per via di queste domande che abbiamo deciso di tradurre un articolo di Omar Robert Hamilton, pubblicato su Jadaliyya. L’articolo spiega, secondo noi, perchè molte delle parole pronunciate sul caso Regeni non sono altro che “parole vuote”.

Cosa si muove

[Verona] I lavoratori dell’Arena continuano la lotta

I lavoratori della Fondazione Arena, continuano la loro battaglia: rispedito al mittente l’accordo capestro firmato dai sindacati che voleva scaricare su di loro le difficoltà finanziarie frutto di anni di malagestione dei dirigenti. Ma la campagna mediatica diffamatoria e terrorista del sindaco continua, così come devono continuare le lotte! Per questo proponiamo un riassunto degli ultimi passaggi e di quelli che ci aspettano, scritto da un compagno che sta seguendo la vertenza attingendo al materiale del blog dei lavoratori.

13 Aprile. Sciopero nazionale dei lavoratori Almaviva. Un racconto della giornata

Mercoledì 13 aprile è stata una importante giornata di lotta nazionale. I lavoratori dell’Almaviva, colosso italiano dei call center, sono scesi in piazza contro la minaccia dei 3000 esuberi da parte della direzione dell’azienda, divisi tra le sedi di Napoli, Palermo e Roma. Va sottolineato subito che Almaviva non può dirsi un’azienda in crisi. Il colosso italiano ha in mano commesse private estremamente sicure e redditizie, e negli anni ha giocato a spostarle lì dove, grazie anche ad ingenti e generosi incentivi statali, era possibile risparmiare sulla pelle dei dipendenti, così da tenere alti i profitti, che continuava a macinare. Le ultime settimane, in casa Almaviva, sono state caratterizzate da scioperi, presidi, manifestazioni, flash mob, azioni di sensibilizzazione della popolazione.

[Bergamo] Italcementi: un’altra giornata di sciopero, i lavoratori alzano il tiro

Circa 200 lavoratori e lavoratrici della sede centrale di Italcementi e del CTG hanno presidiato venerdì 8 Aprile la sede in Via Madonna della Neve, durante lo sciopero di otto ore indetto qualche giorno fa dalle RSU del CTG, recentemente elette; la protesta ha anticipato lo sciopero previsto il 29 Aprile, che era stato proclamato dalle sigle confederali, presenti comunque anche oggi a traino di una decisione voluta dal basso. Da alcune settimane, infatti, a turno lavoratori e lavoratrici presidiavano in pausa pranzo l’ingresso principale; anche grazie a questa forma di protesta, si è deciso con le RSU di mobilitarsi in vista dei nuovi incontri tra Heidelberg e Italcementi. Proprio da quell’ingresso è entrato pochi giorni fa Carlo Pesenti, noncurante della presenza dei dipendenti, che hanno vissuto questo suo gesto come un ulteriore atto provocatorio nei loro confronti.

[Roma] Mai più invisibili: la manifestazione degli Assistenti Specialistici e alla Comunicazione

Alla fine ci sono riusciti. Gli Assistenti Specialistici e alla Comunicazione, dopo un percorso di lotta di un anno e mezzo – venerdì 8 aprile hanno dato vita alla loro prima manifestazione nazionale. Un momento di mobilitazione, svoltosi davanti e sulle scalinate del MIUR, che è il risultato dell’ampia rete di relazioni in giro per l’Italia che si è sviluppata a partire da esperienze come quella romana, segnata dalla presenza d’un Coordinamento particolarmente attivo.

Rassegna stampa

[Napoli – Palermo] La lotta dei lavoratori Almaviva prosegue oltre i confini aziendali. Il protagonismo dei lavoratori

L’enturage renziana in giacca e cravatta, riunita sabato nel grande evento di gala della Leopolda sicula, ha dovuto, almeno per 10 minuti, scendere dal palco delle “favole” e fare i conti con la realtà. Mentre all’interno della sala, personalità di spicco del PD si facevano belle, promettendo nuovi contributi dalla capitale e riempiendosi la bocca di proposte per un futuro rilancio della regione, fuori allo stabile dell’ex magazzino Sandron, un gruppo di lavoratori Almaviva interrompeva lo show per denunciare i licenziamenti contro i quali, ormai da giorni, stanno protestando. Almaviva infatti, gigante italiano dei call center della famiglia Tripi, lo scorso 21 marzo ha annunciato un taglio di ben 3000 lavoratori in tutta Italia, di cui 1600 circa solo a Palermo.

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