Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Oltre gli schiavi e i caporali: Riflessioni sullo sfruttamento nella filiera agro-industriale

Postato il 3 Settembre 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

schiavi-caporalatoNelle ultime settimane, il tema delle condizioni lavorative dei e delle braccianti (migranti e italiani-e) ha ricevuto particolare attenzione mediatica e politica. La morte di numerosi lavoratori e lavoratrici nelle campagne, dalla Puglia al Piemonte, ha portato nuovamente alla ribalta situazioni note in realtà da decenni: lo sfruttamento estremo della manodopera agricola stagionale non è certo una novità, ma si caratterizza invece come un elemento strutturale del sistema di produzione agro-industriale italiano (e più in generale globale).

Quando giornalisti, sindacalisti e politici affrontano questo argomento, in maniera del tutto superficiale e spesso senza reale conoscenza della questione, denunciano forme di schiavitù e di caporalato. Posto in questi termini, il discorso ritrae il lavoro stagionale nelle campagne come se fosse il frutto di un “ritardo storico”, un frammento arcaico che non ha nulla a che vedere con la modernità circostante. Il lavoro bracciantile, caratterizzato da precarietà assoluta, ricattabilità estrema e iper-sfruttamento, è invece perfettamente contemporaneo: esso rappresenta appieno, in forma esasperata, il funzionamento del mercato del lavoro neoliberista, in cui una manodopera just-in-time viene ingaggiata senza badare a tutele, vincoli o regole. Peraltro è l’apparato istituzionale stesso a promuovere la deregolamentazione del mercato del lavoro e della produzione, attraverso strumenti come la legge Fornero o il Jobs Act, per citare soltanto le disposizioni più recenti, passando per decreti come quello di “Campo Libero”, specifico per il settore agricolo. Il ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, insieme al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e a tutti i partecipanti al vertice nazionale sul caporalato tenutosi lo scorso 27 agosto, rivendicano come soluzione questo decreto, quando in realtà esso costituirà un nuovo ostacolo ad un reale cambiamento. I partecipanti al vertice, infatti, promuovono attraverso il decreto in questione la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, che prevede l’esenzione dai controlli per le aziende aderenti – unico requisito quello di non avere subito sanzioni in precedenza. Campo Libero davvero, ma allo sfruttamento selvaggio e autorizzato.

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http://campagneinlotta.org/?p=1364

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