November 25, 2024
Cobas contro il sindaco del pd che patrocina e ospita mostra contro il venezuela di maduro
Da alcuni giorni , nell’atrio del palazzo comunale di Pisa, è esposta una mostra sui diritti umani in Venezuela
A promuovere la mostra Venezuela umorismo e dolore l’associazione locale admi (amiche del mondo insieme) che pubbliciza l’iniziativa sulla sua pagina web e ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione alla presenza dell’assessora alla cultura del pd Marilù Chiofalo
Una mostra verognosa costruita ad arte dai sostenitori delle lobby industriali e petrolifere che si oppongono alla rivoluzione democratica in Venezuela, ovviamente nascondendosi dietro a presunte violazioni dei diritti umani ma una iniziativa che trova ampio sostegno da parte del Pd e dall’ateneo pisano
Una mostra il cui scopo è quello di screditare la rivoluzione bolivariana in nome della difesa dei diritti umani, infatti tra vignette satiriche e articoli di giornali non mancano alcune schede capziose come quella che trasforma le manifestazioni pro chavez in disordini e i comitati popolari in organismi paramilitari . Espropriare il latifondo diventa una violenza alla libertà privata, l’edilizia popolare un ostacolo alla libera impresa
Vi riportiamo il volantino distribuito al Comune di Pisa
Hugo Chávez ha sempre pensato che la rivoluzione bolivariana fosse un continuo processo in due sensi – 1) la rivoluzione contemporanea come continuazione della storica lotta per la liberazione nazionale guidata da Simon Bolívar all’inizio del 19mo secolo; 2) la rivoluzione politica e nazionale cominciata con la sua elezione nel 1998 deve, necessariamente, avanzare verso una trasformazione socialista.Chávez capì che il potere politico implicava molto più che vincere le elezioni ed entrare nel Palazzo Presidenziale; l’obiettivo politico strategico era di trasformare lo stato neo-coloniale, allo scopo far avanzare la rivoluzione nazionale per la liberazione, il che in Venezuela significava creare una nazione indipendente. In un paese petrolifero, la liberazione nazionale significava procedure al controllo totale dell’industria petrolifera e alla redistribuzione delle entrate alla maggioranza del popolo lavoratore.Per Chávez, la nazionalizzazione delle industrie strategiche era un passo verso la socializzazione dell’economia – la decentralizzazione del controllo nelle mani di consigli comunali. Per Chávez, o la rivoluzione avanzava dalla sfera politica ed economica verso una trasformazione sociale, culturale ed etica o avrebbe ristagnato, sarebbe tornata indietro e sarebbe stata sconfitta.
In ogni crisi maggiore, il golpe del 2002, la serrata del 2003, il referendum del 2004, la decade di minacce militari e sabotaggio da Washington e Bogota, Chávez ha risposto radicalizzando la rivoluzione, mobilitando le masse e internazionalizzando la rivoluzione. ma soprattutto distribuendo reddito, lavoro, salario, costruendo welfare, scuole e ospedali
Oggi il Venezuela fronteggia la sua crisi più grande , la mostra come quella di palazzo Gambacorti fa parte della compagna costruita per screditare un governo popolare eletto democraticamente , per privatizzare quanto è stato pubblicizzato abbattendo fame e miseria
Vergognosa la mostra ma ancora piu’ indecente la decisione di esporla nell’atrio del palazzo comunale con il sostegno e il patrocinio dell’amministrazione comunale
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