November 26, 2024
Città in Comune, Cobas Pisa ed ex Lavoratori in conferenza stampa a Palazzo Gambacorti per denunciare una annosa situazione.
Ecco la storia…:
esposti di lavoratori sono stati fatti alla dpl e alla guardia di finanza e alla stessa procura della repubblica
a distanza di anni le cause intraprese sono praticamente fermi
la giustizia è come una lumaca quando si tratta di tutelare lavoratori che devono avere migliaia di euro, circa 200 mila
sono una trentina i lavoratori ancora in forze e tutti non percepiscono stipendi regolari ma solo acconti
una quindicina di lavoratori, quelli presenti alla conferenza stampa devono percepire in media oltre 10 mila euro ciascuno
Panificio Bolognese, (nato come azienda individuale Panificio Bolognese di Bensi Andrea) è in debito con i propri dipendenti per decine di migliaia di euro. Una annosa vicenda che vogliamo rendere pubblica chiedendone conto anche alle amministrazioni locali, alla coop (il principale committente del panificio), alla direzione provinciale del lavoro e alla stessa Guardia di Finanza.
La vicenda inizia nel novembre 2010, con il passaggio della sede operativa da via La Nunziatina a Ospedaletto via Ravizza 3 e, la contestuale apertura di una SRL denominata Panificio Bolognese Srl destinata a gestire la produzione e i contratti/rapporti con i clienti. Nel frattempo i vari negozi sparsi in città sono rimasti sotto la ditta individuale.
Il proprietario ( dallo scorso Maggio è cambiato amministratore unico della nuova società il cui capitale sociale è di un euro) prese a noleggio un capannone dove trasferi’ i macchinari necessari alla produzione industriale.
In soccorso della società arrivarono le banche locali con un finanziamento di circa 400000 euro nonostante il capitale sociale della allora società fosse poco piu’ di un quarto della cifra presa in prestito.
Alcune voci di corridoio dicono che questo prestito sia servito non per finanziare la produzione industriale ma per acquistare una lussuosa barca , ci auguriamo che le banche abbiano effettuato tutti i controlli necessari, cosa su cui è lecito nutrire seri dubbi.
Fatto sta che nonostante questi finanziamenti, la azienda nel marzo 2012 cessa le attività e cambia anche studio commerciale. In quei mesi iniziano i mancati pagamenti di fornitori e dipendenti e viene affittato un ramo d’azienda con la creazione della Pandolci Bolognese Srl.
A fronte di questi inebitamenti il tenore di vita della proprietà continua ad essere elevato mentre molti lavoratori (al tempo una trentina quelli dichiarati) erano impossibilitati a pagare mutui, canoni di locazione, addirittura a vivere con stipendi pagati solo in minima parte e con mesi di ritardo.
I dipendenti che chiedevano il rispetto dei loro diritti e stipendi regolari erano messi alla porta .
I lavoratori e le lavoratrici sono stati abbandonati anche dal sindacato o comunque dallo stesso male e poco seguiti, non una protesta pubblica, non una manifestazione, non una sola ora di sciopero.
Ci risulta che alcuni lavoratori si siano rivolti alla direzione provinciale del lavoro lamentando il fatto che nonostante risultassero in cassa integrazione erano regolarmente in produzione. Vorremmo sapere dalla dpl di pisa se queste denunce sono state verbalizzate e quali provvedimenti siano stati intrapresi a tutela della legalità e dei diritti
Mentre iniziava il calvario del personale, alcune ditte fornitrici procedevano con cause di pignoramento…
Ci saremmo aspettati da Unicoop firenze un comportamento lineare e coerente con i valori etici di cui si fa vanto , eppure nonostante il mancato pagamento dei lavoratori ha continuato a servirsi dal panificio bolognese.
Nei mesi scorsi è stata costruita una nuova società che ci risulta non abbia alcun titolo a stare nel capannone di via Ravizza a Opedaletto tanto è vero che la proprietà ha intrapreso una azione giudiziaria per il mancato pagamento dei canoni di locazione che ammontano , dal 2010 ad oggi, decine di migliaia di euro
I dipendenti che hanno “osato” ribellarsi sono stati allontanati o costretti a licenziarsi per giusta causa e cercare lavoro altrove.
Il sindacato (la cgil) si è limitata a patrocinare le cause ma non un’ ora di sciopero è stata fatta, non una manifestazione pubblica, non un presidio davanti alla dpl o a palazzo di giustizia come i lavoratori hanno chiesto per anni
i lavoratori rimasti, quasi tutti extracomunitari subiscono questa situazione perchè perdendo il lavoro non avrebbero piu’ il permesso di soggiorno, insomma senza alternativa continuano a lavorare senza contratto per pochi spiccioli al mese.
Una vicenda vergognosa all’ombra della torre pendente che chiama in causa istituzioni locali e necessita di risposte e soluzioni
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