November 25, 2024
La notizia del concordato preventivo della Boccadarno Porto di Pisa Spa non può essere decontestualizzata dalle più recenti notizie di fallimento o di crisi conclamata: dall’”anomalo” caso della Sviluppo Navicelli al gruppo Bulgarella.
Si palesano soltanto con questi pochi esempi situazioni debitorie da centinaia di milioni di euro che non possono essere ricondotte soltanto alla crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, ma ad operazioni speculative nate ben prima della crisi e che portavano in sé il germe dell’inefficienza economica. Operazioni che per entità di volumi risultavano già allora chiaramente sovradimensionate per una città come Pisa.
Non a caso è doveroso ricordare che l’operazione del Porto di Marina, frutto del sistema di relazioni fra le amministrazioni comunali degli ultimi 15 anni e pochi imprenditori, basava la sua presunta redditività sulla realizzazione di oltre 150mila metri cubi di edificato in aree anche pubbliche.
Questo progetto ha trovato sin dall’inizio il determinato contrasto da parte del Comitato per la salvaguardia di Boccadarno, delle associazioni ambientaliste e di Rifondazione Comunista; opposizione che si concluse con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato che a tutt’oggi stabilisce l’illegittimità di questa operazione immobiliare. Immaginare altre previsioni urbanistiche che contemperassero il rispetto ambientale, l’interesse pubblico e la sostenibilità economica dell’intervento furono oggetto di una nostra controproposta mai considerata dall’amministrazione comunale.
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