November 24, 2024
Anche il primo marzo 2016 giornata di mobilitazione delle migranti e dei migranti. Un appuntamento che accomunerà le piazze di molti paesi europei coinvolgendo i paesi interessati dal flusso dei profughi lungo la rotta dei Balcani senza dimenticare le stragi dei popolo palestinesi e Kurdi.
Purtroppo a Pisa non avremo iniziative aperte il che dovrebbe indurci a qualche riflessione sia sul ruolo delle associazioni migranti sia su quello di realtà di base e associazioni autoctoni.
L’assenza di una piazza che richiami l’attenzione sulla chiusura delle frontiere e sia un argine contro il razzismo è un errore che nasce da numerosi equivoci e dalla assenza di un ragionamento politico
I rigurgiti xenofobi e razzisti sono la risposta alla crisi di quanti individuano nei migranti la causa della perdita di posti di lavoro e della distruzione di tutele sociali collettive e individuali
Ma i migranti sono vittime e non cause di questa crisi al pari dei lavoratori e delle lavoratrici europei. Lavoratori al nero sono ormai indistintamente italiani e migranti, magari in ambiti diversi ma sempre senza contributi previdenziali e assicrativaL
Laperdita salariale e la riduzione dei servizi sociali, educativi e sanitari non è causata dai migranti, insomma non si danno soldi a loro per toglierli agli italiani, le politiche di austerità colpiscono tutti\e indistintamente chiudendo le frontiere e introducendo legislazioni in materia di lavoro che favoriscono solo aziende e padroni
La guerra per il controllo delle vie petrolifere e delle zone nevralgiche ha prodotto una nuova ondata di migrazione verso un ‘Europa attanagliata da crisi economiche e disgregazioni sociali
I flussi migratori non sono un problema distinto dalla crisi di governo del sistema, così come la condizione dei migranti non è separabile da quella dei proletari europei, né la tragedia dei profughi può essere disgiunta dalle guerre che infuriano in Medio oriente e in Africa.
Nel mondo del lavoro l’esperienza migrante ricorda la presenza di un esercito industriale di riserva utile per abbassare i salari e peggiorare le condizioni di lavoro ma anche il venir meno dei diritti di “cittadinanza”, l’assenza di diritti sostanziali, la precarizzazione del lavoro e della vita che riguardano i migranti e li accomunano a tanti disoccupati e precari italiani
Il dispositivo della “mobilità” si estende ad una platea sempre più ampia. Gli spostamenti territoriali coinvolgono ormai i giovani di diversi paesi europei, italiani in primo luogo, sono migliaia quelli che ogni mese vanno nel nord Italia a cercare un lavoro loro negato nel paese di origine. La mobilità lavorativa ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni aggredendo anche quegli spazi di lavoro stabile. La destabilizzazione delle politiche sociali e lavorative determina paura e insicurezza e i migranti diventano il facile capro espiatorio di politiche razziste e xenofobe
Il primo marzo vuole essere una data utile per costruire una visione del mondo alternativa a quella razzista e della falsa tolleranza, per richiamare l’attenzione sui dispositivi di repressione che colpiscono in maniera diversa i migranti, i senza casa, i senza lavoro, i giovani italiani e stranieri
Un primo marzo 2016 che vorremmo fosse una occasione per unificare le istanze dei migranti con quelle dei lavoratori, dei pensionati e degli studenti, dei senza casa e dei senza lavoro, tutti\e vittime d un sistema economico che ci sta riducendo alla fame e alla disperazione
un 1 marzo all’insegna della lotta contro il razzismo e la xenofobia e un modello sociale che esclude migranti e classi popolari meno abbienti, questa è la nostra parola d’ordine
Cobas Pisa
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