November 24, 2024
Chi crede ancora alla storiella della partecipazione attiva dei lavoratori all’organizzazione delle imprese?
Nel pubblico impiegfo e nel privato, le materie oggette di contrattazione sono ormai sempre piu’ ristrette, il benessere organizzativo sovente è un insieme di parole vuote per vendere una immagine diametralmente opposta alla realtà vissuta dai lavoratori e dalle lavoratrici
Vuoi creare ambienti di lavoro migliori? Abbatti l’età pensionabile e riduci l’orario settimanale , aumenta i salari per un reale recupero del potere di acquisto
Vuoi aumentare la produttività e il rendimento? Favorisce il turn over e il ricambio generazionale, annulla i voucher per contratti a tempo indeterminato full time
Vuoi combattere l’ assenteismo? Migliora l’ambiente di lavoro, rispetta tutte le normative in materia di salute e sicurezza, riduci i carichi di lavoro
La legge di stabilità 2016 non si muove in questa direzione, fa finta di ignorare che ricorso ai voucher sia un’ arma di distruzione dei contratti regolari e del contratto nazionale, il lavoro agile diventa una sorta di ritornello mediatico con allegre signore e signori intervistati\e in luoghi ameni a dimostrare che è possibile lavorare senza stress e da casa, piegare insomma il lavoro ai propri voleri e desideri
Ma la realtà è invece un’altra come dimostrano l’aumento dei casi di mobbilng, i licenziamenti politici travestiti da provvedimenti disciplinari, gli appalti al ribasso che nei rinnovi applicano le tutele crescenti, diminuiscono le ore e il salario di migliaia di lavorarori e lavoratrici.
Con la legge di stabilità 2016, il governo interviene in maniera molto articolata sul regime fiscale dei premi di produttività e lo fa a modo suo, secondo i dettami del modello expo (lavoro gratuito, deroghe al contratto nazionale, stages a sostituire regolari contratti).
L’obiettivo del Governo è favorire la contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale, questo per guadagnare condizioni favorevoli ad ottenere una forza lavoro flessibile, meno costosa e ricattabile.
Le aziende potranno avere regimi fiscali piu’ favorevoli e quindi i cosiddetti benefit saranno un doppio guadagno per le imprese perchè abbatteranno il contratto nazionale e avranno meno tasse
In questi anni , la flessibilità degli orari è stata declinata a senso unico e a solo vantaggio delle imprese, gli spazi di autonomia nella scelta per il lavoratore; sono sempre piu’ ridotti, perfino i congedi di paternità e maternità a rischio o monetizzabili trasformati in una sorta di variabile dipendente dai desideri dell’imprenditore
Trionfa cosi’ la flessibilità incondizionata come unico orizzonte in cui si muove il mercato del lavoro, i tempi di vita e di lavoro si intrecceranno fino a fondersi e attenzione non ci sarà piu’ un orario giornaliero o settimanale di riferimento, un tetto invalicabile o difficile da aggirare
Assistiamo ogni giorno ai tagli alle pause,all’ aumento dei ritmi e dei carichi, alla crescita delle ore lavorate con straordinari non riconosciuti tali e quindi pagati senza maggiorazione se non addirittura pretesi senza corresponsione alcuna.
Il nostro paese investe meno di ogni altra nazione europea in formazione ma i sociologi del benessere organizzativo non perdono occasione per propinarci le loro narrazioni
Dulcis in fundo, la distruzione del welfare e la esaltazione dei presunti vantaggi del welfare aziendale, presto con salario trasformato in pseudo servizi, in buoni per palestre e asili visto che il pubblico disinveste nei servizi educativi e sanitari
La proposta del governo prevede che vi sia un premio, valutato nell’aumento di 500 euro del tetto soggetto a vantaggio fiscale, per le aziende che coinvolgono i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. I limiti previsti sono di 2.000 euro, elevati a 2.500 nel caso della partecipazione dei lavoratori con un reddito non superiore a 50.000 euro. Con una previsione di spesa intorno ai 500 milioni di euro per gli anni 2016 e 2017.
Se così sarà al sindacato verrà chiesto di essere complice nello smantellamento del welfare e del contratto nazionale e quello che definiscono meccanismo virtuoso di efficienza e produttività altro non è che una autentica resa . Insomma il sindacato dovrà farsi parte attiva di questo processo le cui vittime sono i lavoratori e i diritti sociali
Questa e non altra è la sostanza del problema
Cobas Pisa
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