November 28, 2024
A tre mesi esatti dagli annunci trionfalistici del Governo, la situazione delle Province e delle Città metropolitane è semplicemente in stallo, ben al di là delle peggiori previsioni fatte qualche mese fa qundo il Governo Renzi le azzerò con un tratto di penna. L’impegno, sottoscritto con il minsitro Del Rio, era quello di comporre un quadro più preciso sul numero di esuberi, le mansioni coinvolte, i tempi e i percorsi di ricollocazione. E invece ancora una volta Renzi si dimostra una “affascinante macchina di parole”. Le Province avrebbero dovuto pubblicare in questi giorni le liste nominative del personale oggetto di processi di mobilità, ma in base a leggi regionali che nella maggior parte dei casi non sono state ancora approvate. Solo Liguria, Umbria e Toscana hanno legiferato. Nel frattempo il ministero della Pubblica Amministrazione ha accelerato per la messa a punto delle cosiddette tabelle di equiparazione, per attuare la mobilità dei dipendenti pubblici da un ufficio all’altro. E oggi è in programma un incontro per discuterne.
Il numero degli addetti delle Province da destinare ad altre attività nell’ambito della P.A. riguarderà almeno 20 mila unità, amche se a questo numero dovrebbero essere sottratti circa 8mila dipendenti dei Centri per l’Impiego (attivi al momento in 556 sedi oggi facenti capo alle Province), che dovrebbero confluire nella costituenda Agenzia Nazionale per l’Occupazione prevista dalla delega lavoro (Jobs Act). Altro personale dovrebbe poi essere dirottato nel progetto solo annunciato dal Governo sulla razionalizzazione della polizia locale e altro, circa mille persone, dovrebbe essere allocato presso gli Uffici giudiziari (su questo il Ministero della P.A. pochi giorni fa ha pubblicato un Dpcm inserendo una dote di 30 milioni per il 2015).
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