Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Razzismo sotto la torrependente

Postato il 18 Aprile 2014 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

Omicidi di migranti

In queste ore stanno diffondendo le immagini della aggressione che è costata la vita ad un lavoratore Bengalese.

Ancora una volta i migranti vittime di violenze e di omicidi. Dopo le centinaia di morti nel golfo di Sicilia, questa volta un lavoratore bengalese, Zakir Hossain, è stato aggredito e ucciso nella centralissima via pisana di Corso Italia. Non sappiamo le ragioni di questo omicidio, l’aggressore ha colpito un lavoratore appena uscito dal ristorante dove faceva il lavapiatti per pochi euro al mese, fonte di sostentamento anche dei suoi familiari che vivono nel Bangladesh.

Il sindaco Filippeschi e le Giunte che l’hanno preceduto scendono oggi in campo contro il vile omicidio, eppure sono gli stessi che in questi anni hanno alimentato una politica razzista con le ordinanze antiborsoni prima e con le campagna securitarie poi.

I partiti che compongono la giunta (dal Pd alla Sel) hanno non poche responsabilità morali e politiche : il centrostorico negli anni si è svotato di ogni attività artigianale, i ceti popolari espulsi verso i quartieri periferici da una speculazione immobiliare che vuole le vie del centro destinate agli affitti per gli studenti (spesso al nero e a prezzi esorbitanti) o ad appartamenti di lusso con ristrutturazioni favorite da piani e autorizzazioni edilizie che privilegiano una immagine vetrina della città.

La nostra città da anni non è più un luogo ospitale, sotto la cenere covano tensioni e conflitti che le politiche del Pd hanno sicuramente acuito . Basti pensare che molti dei negozi gestiti dai migranti sono considerati ricettacolo di malavita quando sono spesso fonte di sostentamento di chi lavora 12\14 ore al giorno per un salario di mille euro parte del quale è destinato alle famiglie nei paesi di origine.

Molto si è detto e scritto sulla movida notturna, pensiamo che nel centro storico qualcuno abbia dato autorizzazione all’apertura di centinaia di bar e di pub laddove un tempo c’erano negozi artigianale o di generi alimentari, chi ha costruito questo modello di comunità non è immune da colpe.

L’antirazzismo moralista del palazzo , la alienazione degli spazi pubblici anche quando avrebbero poturo svolgere un ruolo culturale e sociale hanno disegnato un centro storico dove l’alcool e lo sballo sono divenute le sole offerte (commerciali) ai giovani, studenti e non, della nostra città.

Si parla a sproposito di aggressioni e di violenze e di sicurezza dimenticando che sono spesso i migranti le vittime delle stesse.

Per queste ragioni i Cobas sono al fianco delle comunità migranti, di quanti (italiani e migranti) lavorano in condizioni di precarietà con salari da fame e vittime di quella retorica violenza che ha trasformato le istanze sociali in problemi di ordine pubblico.

L’Amministrazione Comunale non può cavarsela con le spese funebri, deve farsi carico della famiglia di Zakir e cambiare radicalmente le politiche in materia di edilizia, sociale ed accoglienza

Federico Giusti
Cobas Pisa

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