November 30, 2024
Alla fine di giugno, il 29, la Repubblica esce con un articolo a firma Eugenio Scalfari dell’esplicito titolo “Quant’è bravo il premier, ma chi ripara gli errori che sta facendo?” Il pezzo si snoda tra citazioni dotte e poi entra nell’argomento. Vediamone il cuore: La sola vera conseguenza (dell’operare di Matteo Renzi, ndr.) è il suo rafforzamento personale a discapito della democrazia la cui fragilità sta sfiorando il culmine senza che il cosiddetto popolo sovrano ne abbia alcuna percezione.” Pare strano che il quotidiano, che tanto ha fatto e fa per cementare nei suoi lettori la fiducia nel Partito Democratico spari questo colpo a sorpresa su Renzi. Che lo voglia scaricare? E per proporre chi? La seconda domanda non ci interessa. Meglio la prima.
Altro segnale. Il Sole-24 ore, del 29 giugno, mette in prima pagina un riquadro, con richiami all’interno, di un flop del governo a targa PD, da imputare a Enrico Letta ma attivo con il nuovo governo Renzi: Il bonus giovani non decolla: solo 22mila assunti. In breve. Il governo Letta aveva stanziato fondi per spingere le imprese ad assumere giovani sotto i 29 anni che erano determinate condizioni. Importa, per l’analisi che stiamo facendo, solo il fatto che a fronte di una previsione di 100mila neo assunti si sia ora, a metà del percorso che terminerà a giugno 2015, a circa un quinto del totale. Un fallimento! Ed il governo attuale non ha certo invertito quel trend negativo. La questione è richiamata anche in un piccolo commento, ulteriore affondo, a pagina 16. Emblematico titolo: Non basta un bonus a dar lavoro ai giovani. Il giornale si lagna della confusione del quadro legislativo attuale che confligge con la proposta Letta e poi si lamenta per una ripresa in atto piccola piccola.
Quindi il povero Renzi sta sempre più mostrando i suoi limiti ed allora cosa fa? Alza il tiro delle promesse. E spinge l’acceleratore su questioni di contorno: abolizione del Senato, più o meno, e nuova legge elettorale. Il tutto pasticciato e difficile da raggiungere come lui ed i suoi cloni vorrebbero. Se chi governa non ha in effetti idee reali di orizzonte ma solo una certa capacità tattica, per di più interna al proprio partito, se non ha l’appoggio dei cosiddetti poteri forti, che chiedono sempre di più, se viene scaricato dai grandi mezzi di informazione, deve ricorrere alle carte di riserva. In questo caso ha sempre più bisogno di quel cadavere politico che è Silvio Berlusconi il quale non gli sta certo lesinando appoggi per poterlo a tempo debito, prima o poi, ricattare pesantemente. Renzi si crede furbo ma su questo piano poco ha da insegnare al navigato Berlusconi che, anche da cadavere politico, riesce a vivere a dispetto delle sue enormi difficoltà istituzionali e private.
Ed allora forse è per queste considerazioni che si possono leggere i segnali di abbandono di Repubblica e Scalfari. Un gioco delle tre carte che continua a livello di casta, con l’apparizione sulla scena politica di comprimari senza arte ne parte – le cariche di partito del PD – con ministri che non si capisce proprio perché lo siano ancora – leggi Stefania Giannini, ministro della Pubblica Istruzione che rappresenta oramai solo più che se stessa – con un garante della Costituzione che sia forse per l’età ma soprattutto per quello che esprime è garante solo del conformismo vuoto che pervade la casta. (Vedi a proposito il box in questa pagina)
All’orizzonte il solito periodo estivo nel quale tutti andranno al mare a mostrar le chiappe chiare (Gabriella Ferri), anche se al mare ci andranno sempre meno e sempre di meno in moltissimi. Le chiappe in compenso sono sempre più chiare! ■
(ANSA) – ROMA, 26 GIU – “Giorgio Almirante è stata espressione di una generazione di leader di partito che, pur da posizioni ideologiche profondamente diverse, hanno saputo confrontarsi mantenendo reciproco rispetto, a dimostrazione di un superiore senso dello Stato che ancora oggi rappresenta un esempio”. È quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla signora Assunta Almirante in occasione del centenario della nascita dello storico leader del Msi.
Questo il lancio ansa di fine giugno. Qualche articolista si è sbracciato nel cercare di ricordare a Napolitano che Almirante era un fascista. Fatica inutile. Basterebbe, dato che lui è morto chiedere alla moglie, a La Russa, non importa quale. Non ci si deve più meravigliare di questa insalata russa che è la cultura e la politica italiana. Tutto, ma proprio tutto, fa brodo. Anche se fa schifo.
Tiziano Tussi
PS
Non si può, per chi ancora si vergogna della propria parte politica, non ascoltare l’intervento del presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti Enzo Iacopino sul sito de Il Fatto. Il brodo disgustoso diventa ancora più orrido. Stiamo parlando del presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti.
Leggi tutto al seguente indirizzo:
http://www.gramscioggi.org/
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