November 25, 2024
La Corte Costituzionale ricorda a Renzi e Madia che esistono ancora diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione e quindi è da ritenersi illegittimo qualsivoglia automatismo nell’irrogare le sanzioni disciplinari
Lo avevamo scritto all’indomani della conferenza stampa della Madia che i decreti attuati dal Consiglio dei Ministri erano anticostituzionali negando il diritto alla difesa
E’ indubbio che gli automatismi delle sanzioni disciplinari in conseguenza di illeciti e di gravi violazioni dei codici comportamentali non siano sostenibili come del resto troviamo scritto nella sentenza della Corte di Cassazione, sez. lav., 26.1.2016, n. 1351
Non parliamo di innocenza del dipendente pubblico la cui falsa attestazione delle presenze è stata riconosciuta dalla corte, ci riferiamo alla illegittimità di un decreto che preveda entro 48 ore la sospensione del dipendente stesso e il suo licenziamento entro i 30 giorni successivi .
E’utile quindi leggere le motivazioni della sentenza che si riferisce ad una falsificazione del certificato medico a cui era seguita la sanzione del licenziamento senza preavviso ai sensi dellart. 55-quater d.lgs. 165/2001 per “giustificazione medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia”.
L’automatismo della sanzione di licenziamento viola insomma quel principio del giusto provvedimento che il Governo vorrebbe cancellare
Ma in questi giorni assistiamo ad una campagna denigratoria che dimentica alcuni dati incontrovertibili
Da uno studio della CGIA di Mestre si evince che la durata della malattia è stata superiore tra i lavoratori del settore privato. Se nel 2014 questi ultimi sono stati a casa mediamente 19 giorni, i dipendenti pubblici hanno collezionato un giorno di assenza in meno (17,9). Allo stesso tempo il numero dei certificati medici nel pubblico non accenna a diminuire al contrario del settore privato. Ma è anche vero che non tutti i lavoratori del privato rientrano negli archivi inps. Trattasi di dati da leggere con attenzione e non tali da indurre a frettolose conclusioni
Le statistiche non prendono in esame l’età anagrafica dei lavoratori che nel pubblico impiego in media va oltre i 50 anni e si sa che con gli anni anche la salute peggiora.
Altri numeri dati a casaccio sono quelli relativi ai licenziamenti dei dipendenti pubblici che per la Ministra Madia sono 227 quando per il Mef Ragioneria dello stato sono invece 862.
Chi allora potrà continuare a ritenere i dipendenti della Pa dei privilegiati
Cobas Pubblico Impiego Pisa
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