December 28, 2024
Riuscirà Pandora a rinchiudere nuovamente il male dentro il suo vaso?
Un’interessante analisi su Alba Dorata e la situazione greca dopo l’omicido di Pavlos Fyssas
Sembra che l’élite greca abbia deciso di liberarsi del partito neonazista a seguito dell’uccisione di Pavlos. Ma, riuscirà Pandora a rinchiudere nuovamente il male dentro il suo vaso?
“Adesso, maestro, puoi liberarti dei tuoi schiavi …”
E così, dopo solo alcuni giorni dall’assassinio di Pavlos Fyssas—conosciuto con il nome d’arte Killiah P- per mano degli assassini in “camicia nera” di Alba dorata, sembra che l’élite greca abbia deciso di liberarsi di quel partito e la sua struttura criminale. Ma, è possibile che Frankenstein uccida il mostro che lui stesso ha creato? E riuscirà Pandora a rinchiudere nuovamente il male dentro il suo vaso? L’uccisione di Pavlos è stata l’ultima discesa verso il baratro per la società greca. E sembra aver messo in movimento meccanismi che potrebbero portare alla criminalizzazione di alba dorata, e forse anche alla sua dissoluzione. Alcuni giorni dopo l’assassinio, e con la società greca ancora sotto shock e in massa nelle strade per chiedere giustizia e la fine di Alba dorata, sia i media greci che il governo sembrano aver iniziato a prendere la questione seriamente, facendo mancare il loro supporto diretto o indiretto al partito neo-nazista.
Tutto a un tratto inchieste con interviste a ex appartenenti ad alba dorata sono iniziate ad apparire nei mezzi d’informazione greci. Giornali e canali televisivi che prima dedicavano pagine e programmi all’attività positiva dei parlamentari di Alba dorata—addirittura mostrando falsi documentari in programmi di attualità, come quello in cui Alba dorata viene mostrata nell’intento di proteggere anziane signore povere nell’atto di riscuotere la loro pensione (sembra che l'”anziana signora” selezionata per il documentario fosse … La madre di un candidato locale di Alba dorata)—improvvisamente abbiano iniziato a pubblicare inchieste sul “lato oscuro” del partito.
Un giornale si è spinto fino a pubblicare sulla pagina di copertina una foto di Pavlos nei suoi ultimi istanti di vita in cui appare morente nelle braccia della sua compagna, un attimo dopo essere stato accoltellato dal sicario di alba dorata, con il titolo “non dimentico il fascismo”. Altri giornali hanno riportato confessioni di ex membri di Alba dorata, in cui ammettono: di essere stati addestrati in campi militari da ufficiali ed ex ufficiali greci; che l’organizzazione possiede armi illegalmente custodite, pronte a essere usate “quando sarà giunto il momento”; che ufficiali della polizia—”molti ufficiali”, come riferisce un ex membro—sono membri di Alba dorata e coprono l’organizzazione ogni volta il partito ha dei problemi, fornendo anche ai propri membri documenti confidenziali della polizia, come le testimonianze di chi ha assistito all’uccisione di Pavlos.
Sembra anche—secondo le stesse inchieste—che Pavlos Fyssas fosse un obiettivo di Alba dorata per le sue canzoni antifasciste, e che la decisione di ucciderlo sia giunta dai piani alti, dai parlamentari e dal leader del partito che erano informati e decidevano (ordinavano sarebbe più preciso) ogni cosa, e di cui i militanti di base erano ciechi obbedienti. Inoltre, i canali televisivi greci improvvisamente hanno iniziato anche a mostrare interviste pubbliche con ex membri di alba dorata in cui ammettono le azioni sanguinarie della loro ex organizzazione.
Dopo questi sviluppi, anche il governo greco finalmente ha iniziato ad agire. Il ministro per l’ordine pubblico, Dendias, ha presentato un rapporto relativo a 32 attacchi alla corte distrettuale di Areios Pagos (la più importante corte di giustizia del paese) per esaminare gli assalti e decidere e esistano le condizioni per intraprendere azioni legali contro il partito. Allo stesso tempo, Dendias ha ordinato che le autorità di polizia esamino le accuse riguardanti i collegamenti tra Alba dorata e ufficiali di polizia, che hanno già portato alle dimissioni di due alti funzionari di polizia. Anche il ministro della difesa, Avramopoulos, ha chiesto di indagare le relazioni tra ufficiali dell’esercito e Alba dorata, una questione che—voci dicono—sta venendo analizzata anche dai servizi segreti.
Ma … Aspettate un momento! Noi sapevamo già tutto questo, non è così? Il movimento antifascista greco l’ha urlato per anni! Negli ultimi tre anni video che ritraevano poliziotti mentre prendevano in vario modo ad azioni di alba dorata sono apparsi su YouTube, e perfino il giorno della dimostrazione a seguito dell’assassinio di Palos un video dello stesso tipo è diventato virale in rete. Inoltre, anche parlamentari di alba dorate hanno ammesso apertamente che il 50% della polizia greca è formata da elettori di alba dorata o veri e propri militanti, mentre dottori e organizzazioni greche per i diritti dei migranti non hanno mai smesso di denunciare le azioni sanguinarie di alba dorata che negli ultimi anni sono costate la vita ad alcuni migranti.
Ben risaputo, è anche il caso delle forze speciali dell’esercito solite cantare slogan razzisti durante le parate militari ad Atene. Ciò nonostante, in questi anni l’informazione e il governo greco si è mostrata cieca e sorda di fronte a tutto questo, mentre erano impegnate a lodare le virtù di alba dorata e dei suoi parlamentari. Un altro esempio è quello di alcuni “artisti” noti per aver espresso opinioni positive su Alba dorata, sono stati pubblicizzati oltremodo dai mezzi di informazione greci, un trattamento riservato anche ad alcuni politici neoliberisti come l’ex ministro degli esteri, Dora Bakoyianni. E così alcune domande sorgono naturali: perché sono stati ciechi e sordi per tutto questo tempo? E perché hanno deciso di agire solamente ora?
La seconda domanda è più facile da rispondere: perché l’uccisione di Pavlos ha risvegliato la società greca dal suo letargo e costretto il governo a convincersi che la popolazione non accetterà più le azioni assassine di alba dorata. Un buon indicatore di questo è il fatto che aAba dorata abbia rinviato l’apertura di suoi nuovi uffici a Drama e Kavala come diretta conseguenza delle proteste popolari, mentre abbia chiuso gli uffici di Ierapetra (Creta) e stia rimuovendo le proprie insegne da altre sedi.
Come se ciò non bastasse, secondo gli ultimi sondaggi, la popolarità di Alba dorata è in caduta libera essendo precipitata al 5,8% dal quasi il 12% registrato pochi giorni prima dell’assassinio di Pavlos. Perciò se è semplice comprendere che Alba dorata rappresenta ormai una “carta bruciata” per l’élite economica e politica greca (non dimentichiamoci che i giornali e le televisioni greche appartengono a un numero ristretto di conglomerate, molte delle quali solo legate da relazioni familiari con—sorpresa, sorpresa—i principali partiti politici del paese). La prima domanda, invece, è più difficile da rispondere: se l’informazione e il governo greco sapevano delle azioni assassine di Alba dorata, perché fino ad oggi hanno deciso di rimanere sordi e cechi di fronte a quella violenza? Mi sembra che ci siano sostanzialmente tre ragioni.
Prima ragione. Non dimentichiamoci che solo due anni fa, grazie al movimento che era stato avviato dall’occupazione di Syntagma e le altre piazze in Grecia, il livello di radicalizzazione politica della società greca era senza precedenti, rappresentando una reale minaccia per il sistema politico bipartitico e per le politiche neoliberiste promosse dai governi che in quel periodo si succedevano. Il movimento delle piazze domandava autonomia, orizzontalità e democrazia diretta. Quartieri sparsi in tutto il paese sperimentarono questo “sogno” attraverso numerose assemblee di quartiere, mentre diversi movimenti locali e nazionali sfidavano le politiche neoliberiste della Troika e dei governi greci. Alba dorata ha rappresentato il modo di fermare e distrarre questo movimento radicale, rindirizzandolo verso la lotta contro il fascismo, che è diventata la priorità della sinistra greca negli ultimi due anni.
Seconda ragione. Alba dorata è apparsa in molte occasioni come la protettrice degli interessi padronali, a volte—come nel caso dei cantieri navali di Perama—attaccando direttamente e violentemente i sindacati dei lavoratori di sinistra. Utilizzando la retorica di proteggere gli interessi “greci” fino a che “i nostri proprietari navali” continueranno ad assumere greci invece che immigrati, hanno teorizzato il sindacato dei lavoratori greci, e hanno a loro modo aiutato l’élite politica ed economica a portare avanti l’agenda neoliberista.
Terza ragione. Alba dorata è servita per terrorizzare tutte le voci libere che si stavano alzando contro la deriva neoliberista e fascista del paese. Come dichiarato da ex esponenti di Alba dorata in alcune interviste, Pavlos Fyssas era un obiettivo per le sue canzoni antifasciste. Ed è vero che negli ultimi anni c’è stato un sentimento di paura in tutto il paese nel momento in cui si decideva di criticare Alba dorata. Devo ammettere che anche nel caso del mio gruppo hip-hop e del nostro album di prossima uscita, che contiene diverse canzoni antifasciste, ci siamo posti il problema che saremmo potuti diventare un obiettivo o essere minacciati da alba dorata.
Comunque, sembra che dopo l’assassinio di Pavlos l’élite greca abbia deciso che Alba dorata non sia più utile, abbandonando quello che fino a quel momento era stato suo fedele alleato. Allo stesso tempo, mentre il maggior partito di opposizione di sinistra (SYRIZA) sembra stia superando il partito conservatore al governo (Nea Dimokratia) nei sondaggi, sembra che quest’ultimo abbia abbandonato i suoi piani di formare un’alleanza elettorale con Alba dorata—di cui, hanno ammesso, stavano discutendo—e invece sciogliere il partito. Certamente, in questo modo cercheranno di prendersi i meriti per aver fermato i nazisti, accaparrandosi così molti voti di destra. Ad ogni modo, ora è troppo tardi.
Se l’élite del paese e il governo avessero deciso prima di contrastare alba dorata—e potevano farlo visto che conoscevano da tempo i loro piani criminali—molti esseri umani non sarebbero stati brutalmente assaliti nelle strade di Atene e di altre citta della Grecia. Molti militanti antifascisti non sarebbero stati torturati negli uffici della polizia e altri non sarebbero stati seriamente feriti dai fascisti o dai loro collaboratori della polizia durante manifestazioni antifasciste o azioni dirette. Allo stesso tempo, il movimento di sinistra greco sarebbe stato in grado di sviluppare le sue idee radicali di democrazia diretta, e molte politiche neoliberiste responsabili della perdita di molti posti di lavoro e di vite umane (la percentuale di suicidi è cresciuta esponenzialmente in Grecia negli ultimi anni) avrebbero potuto essere fermate. E soprattutto, Shehzad Luqman e Pavlos Fyssas sarebbero ancora vivi …
E ancora una cosa: non so fino a che punto è ancora possibile fermare un processo che sia il governo sia le élite hanno permesso si sviluppasse e raggiungesse nel profondo la società greca. Mi sto riferendo alla penetrazione di Alba dorata nella polizia, nell’esercito e nei quartieri delle principali città greche. Anche se il governo decidesse di sciogliere il partito e punire i suoi leader, le basi del fascismo rimarrebbero ancora lì. Ci sarebbero ancora persone avvelenate dall’ideologia assassina di alba dorata, un processo che sarà molto difficile da fermare.
La figlia del leader del partito ha appena scritto una lettera aperta ai suoi militanti chiedendoli “fino a che punto sono pronti a sacrificare loro stessi per il movimento, a dare la loro vita”. Contemporaneamente, ci sono certi ambienti all’interno della polizia greca che non hanno nascosto il loro disagio verso i recenti sviluppi, e sono sicuro, lo stesso è vero per alcuni ambienti dell’esercito. Come reagiranno? E Alba dorata assisterà al proprio declino senza cercare di resistere? Dopotutto, è possibile che il dottor Frankenstein uccida il mostro che lui stesso ha creato? E potrà mai Pandora rinchiudere nuovamente il male all’interno del proprio vaso? Queste sono domande a cui la società greca dovrà dare delle risposte. E le risposte non saranno semplici.
Leonidas Oikonomakis – ROAR Magazine – 01/10/2013
Leonidas Oikonomakis è un redattore di ROAR Magazine, un rapper dei Social Waste, e un dottorando dell’European University Institute. È stato anche un amico di Pavlos.
La traduzione del testo inglese è a cura di Alfredo Mazzamauro, dottorando in storia contemporanea dell’European University Institute.
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