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Rizzo e le province: la propaganda che nasconde la realtà del fallimento della riforma Delrio

Postato il 24 Settembre 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

riforma-delrio-provinceE’ dalla primavera scorsa almeno che, tra inchieste come quella di Report e ripetuti interventi della Corte dei conti, la riforma delle province è al centro di forti critiche. Ed anche di revisioni: il “decreto enti locali”, d.l. 78/2015, convertito in legge 125/2015, è nella sostanza un tentativo, maldestro, di correggere le previsioni disastrose della legge 190/2014, ad esempio consentendo alle province di approvare il bilancio di previsione a settembre (sic), ma per il solo 2015. Perché il complesso della manovra finanziaria imposta alle province, dal 2011 in poi, sottrae ad un volume di spesa che 4 anni fa era di 12 miliardi, circa 6 miliardi. Totalmente insostenibile.

Tutti questi eventi non potevano sfuggire all’occhio acutissimo di chi, da sempre, è il principale alfiere della riforma, anzi, dell’abolizione delle province: Sergio Rizzo, che sul Corriere del 20 settembre 2015, torna, dopo mesi, su uno degli argomenti principi della sua attività giornalistica, oltre all’immondizia a Roma, la regione Sicilia e la dirigenza pubblica: le province.

Infatti, a Rizzo non la si fa e nell’articolo riporta uno scoop degno del premi Pulitzer: “i dubbi che la riforma delle Province stia procedendo come era stato promesso, quelli lo sono davvero”.

E sì. Le province stanno andando in dissesto, i decreti sulla mobilità del personale, che occorreva attivare a marzo, se va bene saranno operativi a ottobre senza che ancora sia stata compiuta l’indagine sui fabbisogni degli altri enti che non hanno potuto assumere nessuno, le funzioni sono ancora da riordinare, le regioni non vogliono farsi carico della spesa che lo Stato intende scaricare su di loro, le scuole sono rimaste senza banchi, le manutenzioni sempre per scuole e strade non si fanno più, gli allievi delle scuole con disabilità sensoriali sono rimasti privi di aiuto allo studio e a Rizzo, a cui non sfugge mai nulla, vengono “dubbi” sull’effettiva attuazione della riforma.

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