Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Sabato 17 ottobre casello idraulico Follonica concerto contro le morti in carcere: intervento Cobas Pisa

Postato il 19 Ottobre 2015 | in Eventi, Italia, Scenari Politico-Sociali | da

Morti_in_carcereA pochi chilometri da Follonica, a Livorno, il pubblico ministero ha chiesto 38 anni di carcere nel processo a carico di alcuni attivisti sociali che pochi anni fa dettero vita a numerose manifestazioni.

A pochi chilometri da qui, a Piombino o a Livorno, ci sono industriali (ma definirli tali forse sarebbe una offesa per la stessa categoria) che dopo avere incassato i soldi dei contribuenti per gli ammortizzatori sociali, dopo anni di varianti urbanistiche a loro uso e consumo, dopo anni di “favori” da parte degli enti locali, hanno chiuso stabilimenti e attività mandando a casa centinaia di operai e operaie.

Molti di questi padroni oggi se ne stanno in qualche paradiso fiscale o in una isoletta piena di lussi e confort.

In questi esempi sta racchiusa la giustizia borghese he destina a operai e proletari un futuro di miseria e allo stesso tempo colpisce con la repressione chi non cede alla rassegnazione, alla apatia, alle miserie sociali dominate dall’alcool , dalle droghe, dagli psicofarmaci.

Lo psicofarmaco è sempre piu’ diffuso nel mondo occidentale, uno strumento di controllo sociale di cui si fa un grande abuso nelle carceri e che si vorrebbe introdurre e diffondere nelle scuole contro bambini, bambine, ragazzi e ragazze difficili o come si definivano un tempo caratteriali e bisognosi di cure speciali.

In Italia esiste un analfabetismo strutturale, sono sempre piu’ numerosi i casi di chi legge male e non comprende quanto ha letto, di fatto un analfabetismo strutturato che accompagna fasce sempre piu’ grandi della popolazione e le rende facili da manipolare.

Nelle scuole è quasi scomparsa la lettura del quotidiano proprio per allontanare i giovani dalla realtà di tutti i giorni, per rendere estranei i giovani dalle problematiche sociali .

Il concerto di oggi è dedicato ad una vostra compaesana morta in carcere, una delle tante morti. visto che nel 2014 ne abbiamo registrate 132 e sono già 94 quest’anno secondo i dai registrati da Ristretti Orizzonte il 15 Ottobre 2015

Attenzione che parliamo solo di morti o per overdose o in circostanze da chiarire perché il numero dei decessi complessivi è assai piu’ numeroso.

In 15 anni ci sono ben 2500 morti in circostanze da chiarire, una cifra esorbitante che la dice lunga sulla situazione carceraria e sul contesto repressivo in Italia.

Nelle carceri ormai si entra sani e si esce malati, si contraggono malattie per l’assenza di norme igieniche, si diventa dipendenti da psicoformaci utilizzati per addomesticare detenuti costretti a vivere in spazi ristretti e malsani.

Il nostro paese ha leggi che se applicate in toto consentirebbero una legislazione di emergenza permanente con sospensione delle libertà civili, legislazioni emergenziali mai soppresse e congelate, pronte all’utilizzo in caso di necessità per reprimere in movimenti sociali e sindacali.

In un quindicennio sono 20 mila i condannati per reati sociali, sindacali e politiche, una cifra ragguardevole che la dice lunga sulla sospensione della democrazia reale nel nostro paese.

Le carceri italiane sono disumane ma disumano è vivere in molti quartieri ghetto, anche di recente costruzione, concepiti senza una biblioteca, una piazza, senza attività sociali.

Fare luce su ogni morte carceraria, combattere gli abusi delle forze in divisa, contrastare il sistema disumanizzante costruito come controllo sociale delle diversità è oggi una necessità, per questo dare la massima visibilità ad ogni denuncia pubblica è di fondamentale importanza.

Esiste un nesso stretto tra le morti in carcere, la repressione contro i movimenti sociali e l’utilizzo delle telecamere , dei cellulari per controllare gli operai, pensateci bene e non avrete difficoltà a capire un unico comune denominatore che sta alla base della costruzione di meccanismi repressivi che a vari livelli colpiscono tutti e tutte.

La disumanità del sistema carcerario è parte integrante di una società dove le regole del profitto hanno represso ogni istanza sociale e di rivendicazione collettiva criminalizzando le diversità e quanti non vogliono accettare soprusi e ingiustizie. Noi siamo , ieri come oggi, con i dannati della terra, per questo ogni morte in carcere. ogni abuso di psicofarmaco, ogni denuncia contro gli occupanti di casa o operai in sciopero ci troverà pronti a rispondere, mai in silenzio e complici

Cobas Pisa

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