November 27, 2024
Il 15 aprile i lavoratori dei fast food di 35 paesi nel mondo hanno scioperato per chiedere una paga dignitosa pari a 15 dollari orari. Ricordiamo che la paga media è inferiore a 10 dollari, in molte catene non si arriva ad 8, la paga minima è di 7.
Questa lotta riguarda da vicino anche 3 milioni di lavoratori del commercio italiani per molti dei quali è stato rinnovato un contratto al ribasso che non rivede le normative vigenti, come ad esempio quelle che obbligano al lavoro festivo, e rappresenta un deciso passo indietro, con il sostegno attivo della CGIL che rende ancora piu’ insicuro, precario e ricattabile il lavoro senza circoscrivere il potere datoriale o la crescente iniziativa di esternalizzare alcuni reparti e lavorazioni alle cooperative che pagheranno poco i loro dipendenti. Un vero affare per i grandi marchi. Il contratto di riferimento nel commercio è ormai diventato quello a tempo determinato, le decurtazioni orarie e salariali avvengono con la minaccia di esternalizzare a cooperative reparti e lavorazioni
Le ripercussioni negative delle esternalizzazioni si avranno anche sulla contrattazione di secondo livello. Le domeniche lavorative sono istituzionalizzate e viene introdotto un meccanismo sulla malattia che penalizzerà i lavoratori e le lavoratrici: infatti al terzo certificato i primi 3 giorni saranno pagati solo al 66%, al quarto metà al 50%, al quinto senza retribuzione, eccezion fatta per le assenze superiori a 11 giorni.
Si penalizzano, quindi, le malattie brevi che negli ipermercati sono frequenti perché in luoghi chiusi la incidenza delle influenze è particolarmente alta.
Aumenta l’orario di lavoro settimanale: sono previste 44 ore settimanali per un massimo di 16 settimane (guarda caso le settimane di maggiore vendita) consentendo ai datori di lavoro di far recuperare le ore extra a proprio piacimento senza alcuna maggiorazione e senza pagare gli straordinari.
Anche gli aumenti sono irrisori, basti pensare che gli 85 euro medi lordi in media saranno suddivise in 5 tranches nell’arco di un triennio
Di conseguenza: il CCNL COMMERCIO accorda aumenti irrisori e incapaci di recuperare il potere di acquisto; si aumenta l’orario settimanale a costo zero; l’orario diventa flessibile e la vita precaria; si applica il JOBS ACT, si Iintroducono i contratti part time di 8 ore settimanali (magari il fine settimana con un salario da fame); il contratto a tempo determinato e a meno ore diventerà il contratto di riferimento nel commercio
E tutto cio’ sarà il modello da seguire per i prossimi rinnovi, con il consenso e la partecipazione attiva di Cgil Cisl Uil
Cobas Lavoro Privato Pisa
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