Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Sportelli salute e Sicurezza sul lavoro: proposte di lavoro. Intervento dei Cobas al Convegno di Medicina Democratica a Firenze settembre 2014

Postato il 9 Settembre 2014 | in Sicurezza sul lavoro | da

Nei prossimi giorni si terrà una iniziativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro organizzata da Medicina Democratica. Vi presentiamo l’intervento dei Cobas pisani che analizza i limiti dei rappresentanti lavoratori alla sicurezza lanciando una prospettiva conflittuale e una costante pratica di informazione e denuncia

SPORTELLI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: PROPOSTE DI LAVORO. INTERVENTO DEI COBAS AL CONVEGNO DI MEDICINA DEMOCRATICA A FIRENZE SETTEMBRE 2014

Da alcuni anni è attivo lo sportello sicurezza nei luoghi di lavoro della Confederazione Cobas di Pisa, non uno sportello tradizionale con orari di apertura settimanali, piuttosto un punto di riferimento costruito da lavoratori, delegati e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) che operano direttamente sul campo, diffondono informazioni e buone pratiche via web e si impegnano nella costante denuncia di infortuni e incidenti, con esposti alla ASL e articoli\lettere sui giornali.

La collaborazione con il progetto “Sicurezza sul Lavoro – Know Your Rights” ha rappresentato un salto di qualità significativo, perché le competenze tecniche di chi gestisce tale progetto si sono unite alle esperienze concrete, interloquendo per la soluzione dei problemi o costruendo esposti che poi sono stati parte attiva delle rivendicazioni nei luoghi di lavoro.

Il ruolo degli RLS è spesso vissuto dagli stessi come un adempimento formale a un obbligo di legge, una sorta di ruolo codificato per approvare documenti di valutazioni del rischio o sottoscrivere i reports per le riunioni periodiche nei singoli luoghi di lavoro.

Gli RLS da troppi anni sono vissuti come parte integrante di quella filiera della sicurezza che annulla ogni differenza tra datore e forza lavoro, una filiera costruita per disinnescare ogni ruolo conflittuale degli RLS stessi e delle problematiche legate alla sicurezza.

Per questa ragione abbiamo sempre inteso la sicurezza in termini ampi e non solo come adempimento delle normative di legge che poi spesso e volentieri, soprattutto quando si parla di danni ambientali, sono aggirate e interpretate a favore dei padroni.

Esempio emblematico sono i rapporti delle autorità (ASL) che non mettono in correlazione la nocività di alcune produzioni industriali con il sorgere e il diffondersi di malattie, non solo tra la forza lavoro, ma nei familiari della stessa, nella popolazione che vive attorno ai luoghi produttivi.

Lo scambio tra salute e lavoro (e rinviamo al recente testo di Renato Curcio “Il pane e il lavoro” edito da Sensibili alle foglie) è il risultato di uno dei tanti compromessi storici che ha barattato la salute pubblica con un lavoro sottopagato e nocivo per la nostra salute, un baratto che è alla base della sconfitta sindacale e politica degli ultimi 40 anni.

Negli anni passati, il ricatto padronale di chiudere i siti produttivi nocivi per la salute gettando sul lastrico gli operai e le loro famiglie è stato vincente, il ricatto occupazionale ha determinato non solo la supina accettazione della nocività e della devastazione ambientale da parte dei sindacati confederali ma dalle stesse istituzioni locali che per conservare i siti produttivi non hanno pensato alla salute pubblica e al loro stesso territorio contaminato in certi casi irreparabilmente.

Il ricatto padronale ha avuto successo per la subalternità sindacale e politica e per la incapacità dei movimenti ambientalisti di non individuare nella classe operaia un alleato (pur con tutte le contraddizioni del caso) piuttosto che una controparte, lo stesso ambientalismo in certi casi si è trasformato in business o cinghia di trasmissione di altri interessi capitalistici alternativi a quelli tipicamente fordisti.

Lo scambio tra salute e lavoro non riguarda solo aree devastate come Porto Marghera, Brindisi o Taranto ma è connaturato al modo stesso di operare sindacalmente e socialmente sui territori e nei luoghi di lavoro.

Molte volte gli stessi RLS rinunciano a protestare contro modelli organizzativi e gestionali per non subire ripercussioni occupazionali e sociali.

Sovente ci viene detto che nelle cooperative e nei settori pubblici non ci sono problemi legati alla salute e sicurezza salvo poi scoprire mobbing, depressioni, stress da lavoro correlato, allergie e patologie varie derivanti da luoghi di lavoro malsani, infortuni mai riconosciuti come tali.

Emblematico quanto accade nell’igiene ambientale, ove la raccolta porta a porta determina patologie muscoloscheletriche e un aumento dei carichi di lavoro insostenibile. Allo stesso tempo però denunciare come viene realizzata la raccolta porta a porta (non ultima l’assenza di una filiera del riciclo che impieghi manodopera nel riciclo e nella tracciabilità dei rifiuti differenziati) è diventato una sorta di tabù, un principio di lesa maestà verso le istanze ambientaliste (che ormai si muovono con le prassi di una lobby estranea ai cicli produttivi).

Come viene concepita la raccolta porta a porta è oggi conveniente economicamente perché costruita su appalti e subappalti, ma non ci si chiede mai come viene realizzata, quale sia l’impatto con l’ambiente e con la vita dei lavoratori, con la organizzazione dei turni, con il lavoro in solitudine e la sua pericolosità.

Altro esempio da prendere in esame è quello dei facchini della logistica costretti a turni massacranti, a lavorare in ambienti angusti in ritmi e tempi inaccettabili, facchini spesso in appalto e subappalto, dove le regole valide per le grandi aziende vengono facilmente aggirate soprattutto se il datore di lavoro è una cooperativa.

Le aziende si limitano a controlli sanitari previsti dai protocolli, gli RLS non vanno oltre a un ruolo meramente formale, non vogliono seminare incertezza e spostare l’attenzione sugli aspetti sostanziali del problema.

Per combattere contro questo stato di cose e costruire una nuova coscienza e consapevolezza tra i lavoratori è necessario:

  • rimettere al centro il ruolo conflittuale del lavoratore, del suo rappresentante sindacale, non limitarsi a un ruolo meramente difensivo e istituzionale, cercare una interlocuzione costante con le realtà sociali senza rinunciare alla centralità della contraddizione tra capitale e lavoro;
  • aumentare la consapevolezza che la mancanza di salute e sicurezza, gli infortuni e le malattie professionali non sono mai “tragiche fatalità”, ma sono legate a una struttura produttiva che ha come obiettivo primario il profitto di pochi a scapito dei diritti dei lavoratori. Numerose le malattie professionali ancora da riconoscere;
  • ampliare e diffondere gli “sportelli della sicurezza”: strutture organizzate per fornire a RLS, associazioni, ma anche singoli lavoratori e cittadini, il supporto tecnico, giuridico, sindacale per permettere loro di riconoscere e affrontare le problematiche legate alla scarsità di salute e di sicurezza;
  • diffondere in ogni modo (newsletters, blog, comunicati, sia tramite internet, sia tramite incontri specifici) le informazioni e le conoscenze che vanno al di là del proprio ambiente di lavoro, ma facciano conoscere le istanze di più realtà;
  • creare momenti formativi per RLS, lavoratori, cittadini nei quali erogare informazione e formazione su salute e sicurezza sul lavoro per aumentare la consapevolezza su quali sono i diritti previsti dalla legge e come lottare per farli rispettare;
  • inserire le problematiche legate alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro all’interno delle rivendicazioni contro le grandi opere, le novicità, ricordarsi sempre e comunque che la intensificazione dei ritmi e dei tempi di lavoro è una costante minaccia alla nostra stessa vita, occuparsi di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ottica di resistere allo sfruttamento capitalista per come si determina ogni giorno. Un ruolo, quello del rls, ben diverso da come viene concepito e praticato da gran parte del movimento sindacale.

Cobas Pisa

   Invia l'articolo in formato PDF   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Tag Cloud