November 26, 2024
Quanti avranno letto il Documento economico finanziario (DEF) del Governo Renzi? pochissimi se no si sarebbero accorti che sui 2.637 miliardi di tagli previsti, 2.352 miliardi saranno tagli al sistema sanitario a cui aggiungere altri 285 milioni cancellati alla voce edilizia sanitaria.
Da qui a i prossimi tre anni saranno ben 9 i milioni di euro tagliati alla sanità pubblica
Il diritto alla salute non esiste ormai se non nei principi astratti che regolano i fondamentali diritti all’individuo , basterebbe ricordare che sempre piu’ numerosi sono i casi di uomini e donne che rinunciano a controlli, visite, diagnosi perchè non hanno i soldi necessari a pagare il ticket o in caso di urgenza sono costretti a svendere gli argenti di famiglia per sottoporsi a qualche tac o risonanza in strutture private per aggirare i tempi biblici di attesa. Dovrebbe indurre a qualche riflessione il fatto che arrivino per internet offerte di dentisti in Albania o in qualche altro paese dell’est europeo o la presenza di ambulatori di emergency non nel terzo mondo ma in Italia.
Perfino l’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha lanciato un grido di allarme e nel suo rapporto 2015 (“Revisione sulla qualità dell’assistenza sanitaria in Italia) annota il fatto che “il miglioramento della qualità e la riorganizzazione del sistema hanno assunto un ruolo secondario quando la crisi economica ha iniziato a colpire” mentre “il risanamento delle finanze è divenuto priorità assoluta, nonostante i bisogni in fatto di salute evolvano rapidamente”
Bisogni che l’OCSE specifica: “gli indicatori relativi a demenza, numero di anni di vita in buona salute e limitazioni nelle attività quotidiane dopo i 65 anni sono peggiori rispetto alle medie OCSE e il tasso di bambini in sovrappeso è tra i più alti nell’area OCSE”. Inoltre, avverte l’OCSE, l’Italia “deve confrontarsi con un crescente invecchiamento della popolazione ed un aumentato carico delle patologie croniche” ma attualmente il “progresso verso un modello di sistema sanitario in cui la prevenzione e la gestione di tali patologie siano in primo piano è piuttosto lento; i servizi per l’assistenza di comunità, a lungo termine e di prevenzione sono poco sviluppati rispetto agli altri paesi OCSE”. Infatti, si legge ancora nel rapporto: “l’Italia spende meno di un decimo di quanto spendono Olanda e Germania per la prevenzione e presenta la più bassa percentuale di operatori per l’assistenza a lungo termine osservabile nei Paesi dell’OCSE, in rapporto alla popolazione con 65 anni di età e oltre”.
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